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CASO PISCINE

Il pesante valore del tempo perso

Quattro anni fa sarebbe costato “solo” 2 milioni. Oggi a bilancio di milioni ne abbiamo dovuti congelare 8

Il pesante valore del tempo perso

Quattro anni fa sarebbe costato “solo” 2 milioni. Oggi il commissario tenta di rimediare

Se solo si fosse messa in pratica la proposta di risoluzione del contenzioso che l’amministrazione Bergamin si trovò sul tavolo nel 2015, eredità dall’allora commissario prefettizio Claudio Ventrice, oggi la città capoluogo avrebbe 6 milioni di euro da usare per sistemare le buche. O forse non sarebbe arrivata ad averne così tante. Invece, quei soldi (e sono davvero tanti), sono bloccati nel “fondo soccombenze” del bilancio comunale. Nel documento previsionale 2019 risultano accantonati ben 8 milioni di euro per essere al riparo dal rischio default qualora ci trovassimo a dover davvero pagare tutto. Il Comune di Rovigo, infatti, allo stato attuale, risulta destinatario di una ingiunzione di pagamento di 6 milioni e 700mila euro, istanza avanzata dalla banca che finanziò la costruzione del Polo Natatorio, ed è inoltre in attesa della definizione dell’appello sul lodo Baldetti, per il quale era già stato condannato a pagare 1 milione e 400mila euro, sentenza impugnata ed ora in attesa di giudizio. E il conto potrebbe anche aumentare se il giudice accogliesse la richiesta di Veneto Nuoto (società realizzatrice del Polo Natatorio) che ammontava a 3 milioni e 600mila euro, l’intero valore dell’area dell’ex piscina Baldetti. Questo a causa dei ritardi nella cessione dell’area che (secondo i termini della convenzione), spettava a Veneto Nuoto.

Se si fosse portata a termine la proposta del commissario Vetrice, il Comune avrebbe pagato “solo” 2 milioni di euro. Ed oggi si ritroverebbe fuori da ogni contenzioso, fuori da un fallimento (Veneto Nuoto infatti è fallita) che, proprio in funzione di quella clausola per la quale il Comune è costretto a saldare i debiti della società nei confronti della banca finanziatrice, ora ci potrebbe costare quasi 7 milioni di euro. Fuori inoltre dal contenzioso denominato lodo Baldetti. In sintesi, la proposta che il commissario aveva lasciato sul tavolo del sindaco, prevedeva che Veneto Nuoto restituisse l’area dell’ex piscina Baldetti, del valore di 3milioni e 600mila euro circa, al Comune che in cambio avrebbe corrisposto alla società realizzatrice del Polo Natatorio, la stessa cifra in denaro. Il pagamento sarebbe stato diviso in tre parti: 1 milione e 400mila euro già stanziati a bilancio a titolo di decremento dell’area; 500mila euro circa di fondi comunali rateizzati in due anni; 1 milione e 700mila euro che corrispondeva alla vendita di parte dell’area ad Aspiag che voleva realizzare il supermercato Interspar (cosa che poi ha fatto lo stesso pagando però Veneto Nuoto e non il Comune). In altre parole, di fondi suoi, il Comune avrebbe speso meno di 2 milioni di euro. Una cifra ben lontana da quella che rischiamo di pagare ora. E il Comune, così come l’amministrazione Bergamin, avrebbe avuto 6 milioni di euro in più da spendere per la città. E sarebbero decisamente bastati per sistemare qualche buca e rende un po’ più felici i cittadini del capoluogo.

Ed oggi che, purtroppo indietro non si può più tornare, potrebbe essere un altro commissario a limitare almeno i danni? Di sicuro, Nicola Izzo, ci sta provando.

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