VOCE
LA MAXI INCHIESTA
14.03.2019 - 17:05
I carabinieri forestali di Rovigo hanno avviato l'enorme indagine
L'indagine, nelle settimane scorse, aveva destato profondo allarme in tutto il Polesine: in 21 municipalità della nostra provincia, 108 in tutta Italia, tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, infatti, nella costruzione di strade, soprattutto interpoderali, soprattutto in Altopolesine, sarebbero stati impiegati rifiuti, gestiti in maniera illecita, anche con potenziale inquinante (LEGGI ARTICOLO). L'indagine è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, nell'ambito di un procedimento penale che, il prossimo 20 marzo, approderà di fronte all'esame del giudice per indagini preliminari del Tribunale lagunare. A dare il primo impulso investigativo, proprio i carabinieri forestali del Polesine.
I Comuni interessati dalla vicenda sono i seguenti, per quanto riguarda la Provincia di Rovigo: Arquà Polesine, Badia Polesine, Bergantino, Calto, Canaro, Canda, Castelguglielmo, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Costa di Rovigo, Fratta Polesine, Gaiba, Giacciano con Baruchella, Melara, Occhiobello, Pincara, Salara, San Martino di Venezze, Stienta, Trecenta, Villadose.
I conferimenti di rifiuti, secondo l'impostazione del capo di imputazione, sarebbero proseguiti dal 2013 al 2016: circa 200mila tonnellate nel 2013, 230mila nel 2014, 60mila nel 2015, 25mila nel 2016. Numeri che fanno riferimento allo scenario globale dell'inchiesta, non solamente al filone polesano. In alcune circostanze, nel materiale impiegato per la costruzione ci sarebbero state concentrazioni superiori alla soglia di legge per i valori di rame, piombo, nichel, cromo.
Ora, in vista dell'udienza preliminare del 20 marzo, la Provincia di Rovigo ha deciso di costituirsi parte civile. Questo significa che sarà presente, in aula, a sostenere le ragioni dell'accusa, domandando anche un risarcimento agli imputati. Questi ultimi sono tre in tutto, tutti del Veronese,: un imprenditore, un proprietario di terreni e un procacciatore d'affari.
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