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"Persone trattate come bestie"

Larga e sentita partecipazione all’incontro promosso dal movimento civico

"Persone trattate come bestie"

“A un certo punto della mia vita mi sono accorto che il mondo non mi andava più bene, così mi sono messo al servizio dell’umanità andando nei luoghi dove l’umanità è negata, incontrando le persone per le quali l’umanità è un inferno”.

Esordisce così don Luca Faravin, il “prete scomodo” padovano, tornato in città a distanza di pochi mesi per presentare ancora una volta il proprio libro “Animali da circo - I migranti obbedienti che vorremmo”.

L’incontro è stato organizzato dal movimento civico di impegno comune coordinato da Leonardo Bonato. Ha visto una larghissima e attenta partecipazione nell’auditorium ex Canossiane completamente gremito.


In sala alcuni migranti, la loro presenza ha voluto dare testimonianza alle parole e ai filmati proiettati.

I video sono stati a dir poco sconvolgenti con le torture effettuate nelle carceri libiche dove le persone sono trattare come bestie, forse anche peggio.

Il pestaggio è un divertimento, le donne sono costrette a subire stupri per un tozzo di pane per sé, ma soprattutto per i propri figli.

Per non parlare del dramma della traversata del Mediterraneo, quando spesso capita di dover gettare a mare qualcuno perché il barcone rischia di affondare o il mare è troppo mosso.

E l’Italia, il mondo, l’Onu osservano e fingono di non vedere.
Ed ecco che le parole di don Luca sono veri e propri strali verso tutti, in particolare verso coloro che dovrebbero e potrebbero fare qualcosa.


“Mi vergogno - ha esordito - dei troppi silenzi, anche dei silenzi della chiesa troppo spesso alla ricerca di compromessi, mi vergogno di dover mandare in strada delle persone che hanno completato o stanno ultimando il percorso di integrazione ma adesso la legge dice che non possono più stare nel percorso di accoglienza”.

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