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Ecco quel che resta dei campetti

Erano il luogo di aggregazione dei giovani, ora sono usati solo come discarica a cielo aperto

Ecco quel che resta dei campetti

Erano il luogo di aggregazione dei giovani, ora sono usati solo come discarica a cielo aperto

Se una volta erano il centro di aggregazione dei giovani della frazione, ora sono diventati il centro del degrado. I campetti polivalenti di Buso sono il reale segno dell’abbandono che sta vivendo la frazione.

Un canestro fatto a pezzi appoggiato ad un angolo di quello che una volta era il campetto di basket; una pista che una volta era usata per giocare con le bocce ora diventata una striscia di muffa e muschio; immondizie gettate in ogni angolo; un’ex campo da tennis con le reti rotte e il pavimento pieno di buche; un vecchio campo da calcetto ricoperto di erba altissima, con una delle reti rovesciata e l’altra che, pur essendo rimasta nella posizione originaria non è più bianca, ma completamente coperta di ruggine.

E ancora, un box che una volta doveva fungere da spogliatoio che ora è coperto di scritte all’esterno e riempito di bottiglie ed altri rifiuti di ogni genere, circondato da un pavimento di piastrelle distrutte e pericolose perché taglienti. Ma pericolose per chi? Chi si avvicina più a quel campetto che una volta, fino a 15 anni fa circa, raccoglieva 40 bimbi e ragazzini ogni pomeriggio, teatro dei ritrovi, delle cene e delle feste della frazione? Oggi sembra che nessuno ci metta più piede, neanche per sbaglio, da anni.

Il campetto, che si trova proprio dietro la vecchia chiesa e vicino alla scuola materna della frazione, era stato oggetto, un paio di anni fa, di un incontro promosso dall’ex consigliere di minoranza Mattia Moretto. Un incontro che aveva lo scopo di sistemare, recuperare e ridare nuova vita al campetto.

All’incontro avevano partecipato l’ex dirigente all’urbanistica, Gianpaolo Ferlin, l’avvocato civico del Comune, Ferruccio Lembo, il sacerdote della parrocchia (il terreno sul quale posa l’ex impianto polivalente è della curia) e il geometra che all’epoca ne aveva curato la realizzazione. Si decise di metterlo, per il momento, almeno in sicurezza, togliendo i box, ex spogliatoi, e portando via i pezzi di attrezzi e piastrelle rotti rimasti sui campi. Ma poi non si fece nulla. Fu spostato solo uno dei due box che fungevano da spogliatoi. Il resto rimase esattamente com’era prima, abbandonato all’usura del tempo e all’inciviltà della gente che ne ha fatto una discarica a cielo aperto.

E non parliamo dell’erba alta che invade ogni zona della struttura. Anche perché se i residenti si lamentano del fatto che l’erba non venga più tagliata neanche nella scuola comunale, o nel cimitero, se non dopo la terza o quarta sollecitazione, chi spenderebbe fiato ed energie per pretendere che venga tagliata l’erba dove non ci va più nessuno?

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