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TRIBUNALE

“Marche staccate e rivendute in Comune”

Dipendente sotto accusa, ma la maggioranza dei testi “non ricorda nulla”

“Marche staccate e rivendute in Comune”

Dipendente sotto accusa, ma la maggioranza dei testi “non ricorda nulla”

In aula, ieri mattina, è arrivata una serie di “non ricordo”. Addirittura “non ricordo nulla, perché era un brutto periodo”. C’è persino chi, messo di fronte a quanto avrebbe dichiarato a sommarie informazioni, di fronte ai carabinieri, ha espresso dubbi su quelle stesse affermazioni, che pure avrebbe sottoscritto.

Non è stata, insomma, una udienza facile, il primo passaggio dibattimentale del processo che vede una 60enne, all’epoca dei fatti - cinque anni circa, dal 2011 al 2016 - dipendente del Comune di Adria e componente della polizia locale, accusata dell’ipotesi di reato di peculato.

In realtà si parla di una somma estremamente contenuta: 176 euro, quanto a capo di imputazione. Al di là della contestazione tecnica, la dipendente avrebbe staccato alcune delle marche da bollo che corredavano le istanze che riceveva, relative in particolare alla occupazione di suolo pubblico.

Le medesime marche sarebbero poi state - sempre secondo quelle che, allo stato, sono da considerarsi ipotesi - rivendute ad altri utenti che, dovendo presentare analoghe istanze, ma non avendo con sé le marche da bollo, si sarebbero sentiti rispondere che le potevano acquistare anche in loco. Dalla vigilessa, appunto.

“E’ stata estremamente cortese - ha spiegato in particolare uno dei testimoni - e ho interpretato questo servizio come una gentilezza che mi veniva fatta, evitandomi di dovere andare dal tabaccaio a comprarne un’altra”.

Per l’accusa, invece, si tratterebbe di un reato bello e buono, anche alla luce della maniera assolutamente illecita, secondo questa ricostruzione, con la quale la dipendente si sarebbe procurata le marche da rivendere.

Ha quindi deposto Pierantonio Moretto, comandante della polizia locale di Adria, che ha ricostruito gli accertamenti condotti con una inchiesta interna prima di segnalare il tutto ai carabinieri. L’udienza si è conclusa con un rinvio.

A difendere l’imputata, l’avvocato Luigi Migliorini di Adria, mentre il Comune ha scelto di costituirsi parte civile contro la propria dipendente. Ad assistere Palazzo Tassoni in aula, ieri, l’avvocato Marco Casellato di Adria.

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