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Il Delta visto da Toni Cibotto

L'autore di Scano Boa è stato il filo conduttore della serata enogastronomica al "Cipriani". Straordinario abbraccio di sapori tra i prodotti tipici bassopolesani e quelli del Ferrarese

Il Delta visto da Toni Cibotto

Il Delta è malinconia o la malinconia accarezza il Delta? E’ uno dei dubbi amletici lasciati da Toni Cibotto il poeta per eccellenza del Delta del Po quando ebbe a dire: “Sono molto malinconico, perciò là nel Delta mi ci trovo, è casa mia”. Non si può dedicare una serata al Delta senza pensare a Toni, così pure non si può pensare a Cibotto che parla del Delta senza citare “Scano Boa” il romanzo ancora insuperato di quel meraviglioso e unico ambiente dove cielo e terra, fiumi e strade, campagna e sacche sono un tutt’uno con la gente che vi abita.

Al punto che lo stesso Toni disse: “E’ inutile cercare sulla carta geografica le località nominate in Scano Boa, l’esattezza geografica non è che un’illusione. Il Delta padano, per esempio, non esiste. Lo stesso dicasi a maggior ragione per Scano Boa: io lo so, ci sono stato”. Partendo proprio da queste ultime parole del poeta polesano, il dirigente scolastico dell’alberghiero Cipriani, Francesco Lazzarini, ha aperto il proprio editoriale su “La Gazeta” dedicata al terzo appuntamento della rassegna enogastronomica “Polesine cultura da gustare” dedicato a “Il Delta del Po e la provincia di Ferrara”. Evento che ha visto protagonisti gli studenti di 4^A accoglienza turistica accompagnati dalla docente Lucia Nadia Ferrarese, quelli di 4^B sala ricevimento coordinati da Fabrizio Melina, quindi 4^A e 4^D enogastronomia guidati in cucina da Mariangela Lionello e Lisa Tocchio. Il saluto dell’istituto è stato portato dal vicepreside Mauro Bonfà.

La prima parte dell’evento ha visto gli studenti impegnati davanti al consiglio di classe per presentare il lavoro di ricerca svolto nei mesi scorsi che ha portato all’incontro tra Delta e Ferrarese: dalla magia di Scano Boa al riconoscimento Unesco della Biosfera, dall’ostrica rosa di Scardovari ai vini delle sabbie del Bosco Eliceo, dalle escursioni in motonave tra le lagune alla scoperta della città estense in bici. Al termine gli studenti sono stati impegnati nella seconda parte della serata che ha visto la partecipazione degli ospiti esterni, insieme a insegnanti e genitori che hanno gremito la sala delle cerimonie di via Aldo Moro. L’accoglienza è stata una vera e propria sventagliata di sapori con assaggi e stuzzichini che hanno valorizzato i principali prodotti tipici dei due territori: dal riso alle sarde in saor, dall’insalata primavera bicolore alle punte di asparagi, dai crostini di tonno affumicato alle alici marinate, dalla polenta gialla per esaltare l’anguilla alla polenta bianca di riso Baldo per fare da cuscino alle seppioline.

Nel bel mezzo di tante prelibatezze, l’unica malinconia che ha colto gli ospiti è stata quella di doversi allontanare da un banchetto così ricco di golosità per prendere posto a tavola. Una tristezza, per la verità, durata ben poco, il tempo sufficiente per vedere arrivare in tavola un profumato risotto di Carnaroli Igp del Delta con cozze Dop di Scardovari e vongole veraci del Polesine, a completare il primo sono sbucati anche tortelloni di cefalo Lotregano e asparagi verdi. Il secondo piatto ha trasmesso agli ospiti l’emozione di sentirsi come quei principi estensi che trascorrevano la vacanza nell’oasi verde e tranquilla del castello di Mesola: storione in umido con polenta biancoperla grigliata accompagnato da erbette all’aglio gratinate.

E se tutti i salmi finiscono in gloria, come dice il saggio popolare, la serata ha avuto un finale soave con una zuppa inglese del castello estense di Cristoforo da Messisburgo, quindi pevarini con melassa, Esse adriese, salame moro serviti con il caffè. Senza trascurare un particolare importante scoperto dagli studenti nelle loro ricerche arrivando a smontare un luogo comune: la zuppa inglese, alla faccia del nome che porta, non ha nulla a che fare con l’Inghilterra, ma era il dolce preferito degli Estensi, che fecero di Ferrara una delle corti più magnificenti del Rinascimento e la zuppa inglese non mancava mai nei banchetti più importanti. E per una sera la sala delle cerimonie del Cipriani si è trasformata in una corte rinascimentale. A questo punto è stato più che comprensibile il velo di malinconia che ha avvolto gli ospiti quando è arrivato il momento di alzarsi e congedarsi.

Del resto, Toni Cibotto aveva ragione: il Delta non esiste, è soltanto malinconia. Ma al Cipriani è una malinconia nella quale “è dolce naufragar”.

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