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Comuni al voto

Calto, il campanile è più forte di tutto

Il più piccolo del Polesine, conta 710 residenti. Ma guai parlare di fusione. I pensionati: “Non ci sono servizi essenziali”. Il 25enne: “Siamo tutti amici”. Si presentano due liste alle prossime amministrative.

A Calto la ferramenta è anche edicola, cartolibreria, casalinghi, abbigliamento, merceria e bijoux. Il negozio tuttofare di via Garibaldi, è uno dei pochi presidi rimasti nel paese di 710 abitanti, di cui circa 600 chiamati al voto. L’altro presidio è la macelleria di Franco Serravalli, ereditata dal padre, che per 50 anni ha fatto il macellaio e lo segue in bottega. “La cosa bella del paese è che ci conosciamo tutti, che è un centro tranquillo. La cosa che invece preoccupa - dice Franco - è che non ci sono bambini, i servizi sono spariti, non c’è ricambio generazionale, chiudono le scuole e anche l’asilo”.


Per il prossimo anno sembra che lo vogliano riaprire, grazie all’impegno dell’amministrazione guidata da Michele Fioravanti e della cooperativa sociale Un Mondo a Colori di Castelmassa. Gli ambienti ci sono, a fianco alla canonica, sono anche messi bene. Mancano i bambini. Per il sindaco Fioravanti l’unica ancora di salvezza è la Zona economica speciale, la Zes, che potrebbe dare ai comuni sulla Riviera del Po, Calto compresa, una spinta economica che manca e che rischia di portare Calto alla morte.

Alle prossime elezioni amministrative, contro di lui si schiera Giovanna Cairoli, estetista, da sempre impegnata nell'amministrazione e nella politica a Calto. 


Nel paese che come tutti i paesi in Polesine invecchia, anche gli anziani soffrono la carenza di servizi essenziali. A 64 anni deve sempre utilizzare l’auto per le sue commissioni Anna, che vive accanto al municipio e si lamenta: “Non c’è un negozio di frutta e verdura, non c’è un generi alimentari, per fare la spesa grossa bisogna sempre spostarsi nei centri commerciali. Il bar la sera è chiuso e quindi stiamo in casa. Una volta c’era più movimento, ora chiude tutto. In più c’è gente straniera arrogante e prepotente”.



E’ molto attaccato alle sue origini Stefano, 25 anni, che lavora e gioca nella squadra amatoriale di Calto. “Questo è un paese tranquillo in cui al bar nella stessa compagnia ci sono 18enni e 35enni - racconta - Certo se vogliamo divertirci andiamo a Ferrara o a Verona, abbiamo anche il mare vicino, non ci manca niente. Ci alleniamo il martedì e il giovedì e il sabato giochiamo. La sera due risate in compagnia. L’amministrazione fa quell che può. Non c’è gente cosa possono fare di più?”.

Il servizio sui Comuni al Voto dedicato a Calto lo potete leggere al completo sulla Voce di Rovigo di oggi 3 aprile

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