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L’inchiesta

Bullismo: “Di certe cose non si parla a casa”

Le vittime spesso non si confidano con i genitori. La psicologa invita le scuole a non nascondere gli episodi: “Per il buon nome dell’istituto”

“Di certe cose non si parla in casa”

Federica Boniolo, psicologa esperta di bullismo

La psicologa invita le scuole a non nascondere gli episodi: “Per il buon nome dell’istituto”

“Le denunce per bullismo o per cyberbullismo sono rare ma sotto quello che non si dice e che le scuole stesse tendono a nascondere per il buon nome dell’istituto, c’è un sommerso allucinante”. Federica Boniolo, psicologa e presidente dell’associazione #Unitiinrete, nata nel 2017 dalla volontà di sette professioniste e che si occupa di bullismo e cyberbullismo a Rovigo non ha dubbi: “Spesso non sono scherzi, non sono ragazzate, sono comportamenti che segnano, con un bullo e una vittima”.

L’associazione ha già svolto una serie di incontri a Rovigo, Lendinara, Porto Viro e anche Padova sul tema e succede sempre che qualcuno poi si faccia avanti per raccontare la sua storia di “vittima”. “Una ragazzina straniera - ricorda Boniolo - mi ha contattata su Instagram e mi ha scritto dopo aver partecipato a una conferenza. Mi ha parlato della sua situazione di bullismo legata all’esclusione”.

Per gli psicologi già il fatto di rivolgersi a un adulto e di capire che non si ha nulla che non va, è già un grossissimo passo avanti. Perché il dramma nel dramma degli adolescenti, è il fatto che in famiglia spesso non si riesce a raccontare di essere vittime di bullismo. “E’ difficile che i ragazzi arrivino a parlarne con gli adulti”.

Il servizio completo sulla Voce di Rovigo di oggi 3 aprile

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