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Bullismo, l'inchiesta

“Il Web crea avatar, non persone”

Domenico Geracitano, scrittore e poliziotto esperto di cyberbullismo. Accendete una spia: “Nella dinamica tra bullo e vittima ha un ruolo anche lo spettatore”

“Il Web crea avatar, non persone”

Domenico Geracitano davanti a una platea di studenti

Accendete una spia: “Nella dinamica tra bullo e vittima non sottovalutiamo lo spettatore”

Il rischio di un utilizzo precoce e non “allenato” dei social network e dei giochi virtuali è che i giovani “diventino dei personaggi e non delle persone”. Parola di Domenico Geracitano, poliziotto e scrittore di due libri sul tema del cyberbullismo: “Pensa per postare” e “Se ci pensi... e tutta un’altra cosa”. L’autore, che da tre anni frequenta il Polesine per un progetto che lo ha messo a stretto contatto con almeno 2.500 studenti, gli insegnanti e le loro famiglie, conosce bene il livello di rischio cyberbullismo nel nostro territorio.

E rassicura: “I giovani si dimostrano sempre attenti a questo discorso e percorso. Mi pongo sempre nell’ottica di ascoltarli e di non giudicarli. Tendo a essere in sintonia con loro. Ho anche notato una professionalità tra i docenti e una grande partecipazione da parte delle famiglie. Nel momento in cui la scuola fa la scuola e i genitori fanno i genitori non ci sono elementi allarmanti o situazioni allarmanti”.

Il rischio della Rete, comunque, non è mai da sottovalutare: “Questi giovani conoscono il web sin da quando erano piccoli - spiega - ma se viene usato senza il giusto allenamento, allora può essere pericoloso”.

Per allenamento Geracitano intende l’allenamento alla buona educazione, che ti dà la famiglia, alla conoscenza, che ti dà la scuola, alla volontà e alla creatività che ti danno le attività ben convogliate.

“Se non avviene questo - avverte - si entra in un mondo virtuale senza strumenti. I ragazzini con un profilo social ancora prima degli 11 anni, mentre l’età minima è 13 anni, intraprendono una strada ricca di pericoli. Tendono a diventare dei personaggi ancora prima delle persone. E rischiano di non diventare mai delle persone”.

Lo scrittore lo sa bene. Quando durante le sue lezioni davanti ai ragazzi scorre le immagini di giochi famosi, tutti urlano e indovinano di cosa si tratta. “E quando chiedo chi te li ha regalati, rispondono, mamma, papà, Santa Lucia. Ma sono giochi violenti, che promuovono le sostanze stupefacenti. Bisogna leggere i contenuti dei giochi online che si regalano ai figli”.

Ieri sera a Trecenta, i ragazzi delle superiori che hanno presentato il risultato del progetto del Rotary (vedi box qui a fianco), hanno informato loro stessi i ragazzini delle medie dei rischi della Rete”.

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