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LA POLEMICA

“Carenza d’audio in teatro? Non devo scusarmi”

La piccata risposta di Anna Maria Barbera, in arte Sconsolata

“Carenza d’audio in teatro? Non devo scusarmi”

Una coda polemica accompagna lo spettacolo di sabato scorso di Anna Maria Barbera, in arte Sconsolata, al teatro Comunale. Una polemica alimentata da alcuni organi di stampa, in particolare on line, che hanno strumentalizzato alcune carenze di audio. Carenze che indubbiamente ci sono state, come riportato nella recensione della “Voce” di martedì scorso. Tuttavia, va anche detto che nessuno del pubblico si è alzato per lamentarsi, qualcuno ha cambiato posto durante l’intervallo. Ecco allora che l’artista torinese si è trovata, suo malgrado, coinvolta in una strumentalizzazione che ha finalità politiche più che artistiche. Profondamente amareggiata “per i toni ingrati” di quanto accaduto, ha inviato la seguente lettera.

“Esiste una deontologia professionale - scrive Anna Maria Barbera - a cui ogni professione svolta con coscienza e onestà, non dovrebbe sfuggire; ritenendo il talento o attitudine e capacità, a servizio del consorzio umano per cui opera; non meno attenta a osservarne il principio è la mia modalità nel rivolgermi al pubblico. Aggiungendovi un sentimento che mi anima nella sacralità del teatro e del suo uditorio, per quella gente a cui appartengo, il cui credito con la delicata trama di ogni vissuto, va onorato! Essendo da anni ‘on the road’, posso asserire con malinconia che questo rispetto non è sempre un assunto praticato; oltre le luci di quella ribalta ci sono molte ombre e l'attore è solo sul palco a difendere la sua verità”. Ed ecco il caso di Adria: “In riferimento alla serata al teatro Comunale, durante un momento di dialogo che mi piace concedermi con la platea, accorgendomi accese le luci di sala di un palco molto sacrificato per la visione giacché il golfo mistico obbliga a non avanzare sul proscenio, mi sono preoccupata di chi lo occupava, chiedendo se lo avessero gradito, suggerendo durante l'intervallo a spostarsi in un palco più favorevole, peraltro già libero e disponibile. Considerato questo riguardo istintivo e sincero non richiesto, come avrei potuto disinteressarmi dell'audio e provvedere venisse considerato il disagio avvalendomi di un service di encomiabile qualità, se solo una persona mi avesse espresso l’insufficiente diffusione?”.

“Non è certo una mia scoperta - prosegue l’artista - che la storica struttura in seguito a plurimi interventi, presenti ora una complessità acustica penalizzante; scoprire però dopo una risposta del pubblico così vibrante e la recensione non certo inesperta o distratta di Luigi Ingegneri de “La Voce di Rovigo”, ma spererei anche adriese, ecco scoprire che si arrivi a strumentalizzare e si vorrebbero delle scuse ufficiali alla mia professionalità e dolcezza credo constatate da chi presente, non meno a una comunità che ha diritto al suo meraviglioso teatro e a un rispetto del suo senso e servizio che esula da privati interessi, dove la vera ambizione e compito dovrebbero essere, come dico in scena citando il poeta Vinícius de Moraes ‘La vita è l'arte dell'incontro’, pertanto il mio compito è far sì che ciò avvenga! Custodendone la funzione e restituendo alla cittadinanza non solo la presunta e se inventata querelabile richiesta di rimborso, ma la cura di una proprietà culturale col suo patrimonio”.

Anna Maria Barbera conclude e saluta i lettori con le parole di Federico Garcia Lorca: "Il teatro è una scuola di pianto e di riso, una tribuna libera da cui gli uomini possono denunciare moralità vecchie e equivoche e spiegare, con esempi vivi, le leggi eterne del cuore e del sentimento umano. Un popolo che non aiuta o potenzia il suo teatro è, se non morto, moribondo”.

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