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Sanita'

“Chiederò indietro tre primariati”

Il direttore dell'Ulss 5 Polesana sulle schede ospedaliere: "In audizione porterò le istanze del territorio"

“Chiederò indietro tre primariati”

“Nel complesso sono contento delle schede ospedaliere ma in audizione porterò un paio di richieste alla luce dei ragionamenti fatti in conferenza dei sindaci e delle esigenze del territorio”, sono le parole del direttore dell’Ulss 5 Polesana, Antonio Compostella che nei prossimi giorni sarà chiamato in Quinta commissione, in Regione Veneto per le schede ospedaliere. La discussione è già cominciata con i consiglieri ma la prossima settimana sarà la volta delle audizioni durante le quali verranno sentiti anche i direttori generali.

“Come considerazione generale devo dire che sono molto felice della potenziata dotazione dei posti letto di area medica in tutti gli ospedali polesani - continua il direttore generale - Per quanto riguarda l’ospedale del capoluogo sono soddisfatto perché mantiene il suo ruolo di ospedale centrale. Unico punto di discussione, che porterò in audizione, sarà la richiesta di ripristino dell’apicalità di neuroradiologia. Questo primariato, infatti, sarebbe scomparso nelle nuove schede ospedaliere”.

Anche per quanto riguarda l’ospedale di Trecenta il direttore accoglie positivamente il rinforzo dell’area medica ma sottolinea che in audizione chiederà il ripristino dei quattro posti letto di terapia intensiva, per “esigenza del territorio”. Infine, Adria, dove, al di là della confermata salvezza del punto nascite, si trova la situazione più critica (sei primariati su 13 cancellati). “Per Adria chiederò la reintroduzione delle apicalità di chirurgia generale e urologia”, spiega Compostella.

“Facendo altre considerazioni di carattere generale - continua il direttore dell’azienda sanitaria polesana - è evidente come la Regione abbia investito nelle strutture private in particolare, per quanto riguarda l’area chirurgia a Porto Viro, mentre per quanto riguarda la riabilitazione c’è stato l’aumento dei posti letto in casa di cura Città di Rovigo. Una delle motivazioni della Regione è il fatto che si tratti di servizi in sofferenza per i quali si vuole evitare la fuga oltre confine regionale. In ogni caso al cittadino non cambia nulla. Le strutture private accreditate e convenzionate operano per conto del sistema sanitario pubblico quindi al paziente non cambia niente: si reca con l’impegnativa o con l’esenzione come se fosse nel pubblico”.ì

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