VOCE
SANTUARIO DEL PILASTRELLO
10.04.2019 - 18:13
Dietro l'altare, la teca della Madonna Nera presa di mira dai ladri
Si costituiscono contro i tre predoni autori della razzia di dicembre 2016
E’ stata ammessa, la richiesta dei vertici del Santuario del Pilastrello. Si sono costituiti parte civile contro i tre romeni autori del raid che li vide, secondo le contestazioni, sfondare la teca della Madonna Nera, per spogliarla di gioielli ed ex voto. Il furto era stato commesso lo scorso 13 dicembre del 2016, al Santuario del Pilastrello di Lendinara. Due anni dopo, le indagini dei carabinieri avevano consentito di individuare i presunti responsabili della razzia. Si tratterebbe di tre giovani romeni.
Intanto, i monaci avevano appunto deciso di costituirsi parte civile nel procedimento, facendosi rappresentare dall'avvocato Tosca Sambinello, di Lendinara, che quindi sarà in aula ad affiancare l'accusa. Nel corso delle indagini, è stato anche possibile ricostruire quella che sarebbe stata la dinamica dell'azione dei tre. Due di loro, infatti, nel corso dell'orario di apertura del Santuario, si sarebbero nascosti nella stanza del presepe, attendendo che tutti se ne andassero per poi entrare in azione.
Una volta usciti dal nascondiglio, avrebbero prima tagliato il chiavistello di una delle porte laterali della chiesa, così da garantirsi, in ogni caso, una via di fuga. Poi, avrebbero sfondato la teca, nonostante fosse rinforzata e blindata, nella quale è contenuta la statua, oggetto di devozione, portandone via i gioielli e gli ex voto. Nel corso di queste operazioni, un complice sarebbe rimasto all'esterno, in contatto telefonico con gli altri due, pronto a segnalare l'eventuale arrivo delle forze dell'ordine o altri fuori programma.
Nella costituzione di parte civile, viene anche individuato l'ammontare del risarcimento che il santuario è intenzionato a domandare ai tre. Una somma nell'ordine degli 80mila euro. I tre, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, non avrebbero colpito solo a Lendinara, ma anche in altre zone del Nordest, sempre colpendo edifici sacri e oggetto di culto per rubare preziosi, aiutandosi con arnesi da muratore come mazze e altre pesanti utensili.
Le posizioni dei tre imputati sono state esaminate nella mattinata di mercoledì 10 aprile dal giudice. Due hanno chiesto, e ottenuto, di potere esse ammessi, alla prossima udienza, al rito abbreviato.
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