VOCE
Comuni al voto
12.04.2019 - 10:29
Il paese alle porte del Delta, a due passi dall’Oasi di Panarella, Papozze ha un suo fermento commerciale, a beneficio dei circa 1.400 abitanti, 1.100 dei quali chiamati al voto il prossimo 26 maggio.
E mentre l’amministrazione si spacca, con due liste che vedono il sindaco Pierluigi Mosca da una parte e l’assessore uscente Federica Bergo, anche all’opposizione non si profila unità. Si presenteranno infatti due liste alternative, una con Arianna Pozzato, dipendente dell’economato della casa di riposo Opera Pia Francesco Bottoni e un’altra lista con Piermarino Veronese e Vaner Ruzza.
Il voto rischia di andare disperso, e i cittadini, in genere tendono a stare lontano dalla politica il più possibile e non si espongono. E’ chiara una cosa, dal fermento commerciale del paese appare chiaro che un trampolino di lancio ci sarebbe. “Per vendere - spiega la collaboratrice della ferramenta - bisogna inventarsene una ogni giorno. Io uso Facebook e Instagram per la promozione dei miei prodotti. Si lavora il triplo per guadagnare la metà”.
“Si vive ‘da can’ - non ha mezzi termini, ma preferisce mantenere l’anonimato una cliente - ci sono poche nascite e molte morti e molti fanno una vita da lavoro-casa, se va bene. La biblioteca funziona bene, anche se io non la utilizzo molto perché ho davvero poco tempo”.
Una mamma al mercato risponde al volo, teme anche lei di esporsi troppo: “Qui si sta bene, io ci sono nata, ci sono le scuole, c’è l’asilo nido. Ci vorrebbe un pochino di più cura per la cosa pubblica”. Vendono carne e generi alimentari Tiziana e Filippo 46 anni , proprio davanti al municipio e dimostrano una grinta notevole: “Basta dire che a Papozze non c’è niente e che si sta male - premettono - Tutte le attività del centro sono gestite da giovani. Ci sono due ristoranti e Bed and Breakfast, bisogna lavorare, sodo, sì, e forse l’amministrazione dovrebbe dare un’energia maggiore a questa linfa vitale che è il turismo, puntando sull’Oasi di Panarella, una riserva unica di biodiversità, siamo alle porte del Delta del Po. Si potrebbero creare dei percorsi ad hoc che ci vedono protagonisti o organizzare mercatini con i prodotti tipici”.
Nel loro negozio Filippo e Tiziana tengono in bella mostra il bundlìn di Papozze e ne vanno fieri, tanto per fare un esempio. A Papozze, infatti, la bondola prende il nome di bundlìn, ed è la versione veneta della vicina salama da sugo ferrarese. Qui i macellai utilizzano carne di testa e gola, meglio se sanguinolenta e grassa, la bagnano con vino friolaro o clintòn, e vi aggiungono un po’ di fegato. Il bundlìn va cotto a bagnomaria sospeso ad un legnetto, facendo molta attenzione che non tocchi il fondo della pentola.
Ma tornando al Comune questi tesori, naturalistici e gastronomici fanno a pugni con l’incuria generale del paese. La facciata del Municipio è coperta di muffa. Per i marciapiedi l’erbaccia ricopre le piastrelle. “Manca il lavoro - non si vuole far riprendere una giovane mamma - e manca anche la cultura in generale. Io ho una figlia che studia ad Adria e con 3 corse al giorno, i giovani non vanno da nessuna parte”.
Eppure, altra chicca di Papozze, qui c’è uno dei locali più famosi e frequentati del Polesine: il Caruso. Sotto un ristorante e sopra la disco. “Facciamo concerti dal vivo - spiegano Mario e Licia - ma quello che guadagniamo nel week end quando pensi di aver fatto bene, lo devolvi in tasse. Una volta eravamo 6mila, oggi siamo un quarto. E si fa fatica”.
Un suggerimento su tutti all’amministrazione che verrà? “Ridateci la banca, ha chiuso due anni fa e facciamo fatica”. Vittorino, titolare del negozio di frutta e verdura è contento: “Il commercio non va male gli anziani giocano a carte la domenica all’Auser e ogni domenica c’è un’attività”. Antonio, che ha 79 anni, fa una vita da pensionato: “Mattina caffé al bar e poi a casa, non frequento l’Auser”. Un po’ più di apertura, in questa porta del Delta, non guasterebbe.
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