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OCCHIOBELLO

Rabbia per i telefonini fantasma

“Si pagavano, ma non arrivavano”. In sei sotto accusa, in aula il racconto dei danneggiati

Rabbia per i telefonini fantasma

“Si pagavano, ma non arrivavano”. In sei sotto accusa, in aula il racconto dei danneggiati

Non è l’unico processo aperto sulla vicenda, ma è, senza dubbio, il principale. Cinque persone a giudizio con l’ipotesi di reato di truffa: sarebbero, secondo questa ricostruzione dei fatti, a vario titolo esponenti di società facenti parte di un raggiro in grande stile. Siti e società che ponevano in vendita sul web cellulari a prezzi concorrenziali. Con un unico difetto, secondo le contestazioni: si pagava, ma non venivano consegnati mai.

Il gruppo, costituito da ferraresi e polesani di Occhiobello, avrebbe operato in maniera sistematica. Nella mattinata di ieri, di fronte al giudice Laura Contini, sono stati ascoltati due testimoni dell’accusa. Due persone residenti a Milano ben determinate nel volere che sia fatta giustizia. Sono, infatti, arrivate in tribunale a Rovigo, nonostante la distanza, per raccontare la loro vicenda.

C’è anche chi, tra i presunti danneggiati, ha scelto di costituirsi parte civile, con l’avvocato Alberto Magaraggia di Rovigo.

In Tribunale a Rovigo ci sono anche altri procedimenti simili, aperti, nella gran parte dei casi, a carico di una giovane che è imputata anche in questo: una 24enne di Ferrara, difesa dall’avvocato Monica Malagutti del foro di Rovigo. Nei mesi scorsi ha incassato anche due condanne, comunque a pene inferiori all’anno, sempre per presunte truffe di questo tipo. Sarà, comunque, presentato Appello.

Generalmente, in truffe di questo tipo, il passare del tempo e la necessità di presentarsi a testimoniare fanno sì che, spesso, le querele vengano ritirate. Non pare, comunque, essere questo il caso del processo principale, con cinque imputati.

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