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VIOLENZA SULLE DONNE
17.04.2019 - 21:42
Sotto accusa un giovane all’epoca dei fatti sui 20 anni. I giudici lo condannano 54 mesi
Lei avrebbe cercato di tirarsi fuori da quella situazione, gli avrebbe detto che non se la sentiva di avere un rapporto sessuale completo, alla sua età, sui 13 anni. Ma lui, che aveva già superato i 20 anni, non sarebbe stato minimamente smosso: dopo averle detto che quella era l’unica maniera di fare accettare ai genitori la loro storia, la avrebbe stesa sul pavimento del bagno pubblico dello stabile di Borsea dove si trovava il bazar cinese colpito da un incendio, oltre al bowling e ai negozi, e qui le avrebbe di fatto imposto un rapporto sessuale completo.
Questa la ricostruzione dei fatti, che si sarebbero verificati tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013. Per quell’episodio, il giovane era finito a processo con la pesante ipotesi di reato di violenza sessuale. Nell’autunno del 2016 aveva incassato una condanna, in Tribunale a Rovigo, a 4 anni e 10 mesi.
La richiesta della pubblica accusa era stata, comunque, ancora più pesante: 8 anni e 6 mesi. Nel processo si erano costituiti parte civile sia la presunta vittima che i genitori, assistiti dall’avvocato Pier Luigi Rando del foro di Rovigo. Avevano ottenuto la prima un risarcimento nell’ordine dei 10mila euro, i secondi di circa 2500 euro a testa.
La versione della difesa, affidata all’avvocato Elena Perini, era invece del tutto differente: non ci sarebbe stato, infatti, alcun rapporto sessuale con la minorenne.
La storia era emersa, all’epoca, anche grazie all’intervento di una amica dell’adolescente: dopo avere raccolto le confidenze di questa, le avrebbe consigliato di rivolgersi ai genitori. In questo modo, si arrivò anche all’apertura di un procedimento penale, culminato, appunto, nel 2016 nella condanna di primo grado.
La difesa, una volta lette le motivazioni, aveva presentato Appello, dando quindi inizio a un processo di secondo grado deciso ieri. La decisione di secondo grado ha visto i giudici diminuire leggermente la pena, portandola da 4 anni e 10 mesi a 4 anni e 6 mesi, senza però toccare le statuizioni riguardanti i risarcimenti.
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