VOCE
L'intervista
17.04.2019 - 19:43
“Oscena e immorale”. Difficile trovare termini meno chiari e più duri per definire la decisione del governo nazionale di spalmare i debiti dei Roma su tutto il territorio nazionale. Eppure sono le prime definizioni che suggerisce Flavio Tosi, leader di Fare e per anni sindaco di Verona e nome forte della Lega (prima di uscirne).
Anche Tosi quindi si aggiunge all’elenco, lungo a dire la verità, dei politici e degli amministratori italiani, che definiscono assurdo e vergognoso il provvedimento del governo Lega-5 Stelle con il quale il debito della città di Roma è stato incamerato dallo Stato e quindi spalmato su tutti gli italiani che dovranno prima o poi pagare per ripianarlo (oltre 200 euro per ciascun cittadino, compresi i polesani). Un provvedimento a cui si è aggiunta la decisione dell’amministrazione capitolina di assumere 1.300 dipendenti. Cosa che ha fatto andare su tutte le furie i sindaci e i politici di mezza Italia. Quella del nord.
“Una cosa oscena - rimarca Flavio Tosi - che va contro i principi della buona amministrazione perché se uno amministra male e poi per coprire i debiti si chiama in causa chi invece ha amministrato bene, ecco allora non si dà affatto il buon esempio. Anzi si alimentano solo divisioni, critiche e polemiche”. Secondo Tosi poi l’assunzione dei debiti romani da parte dello Stato “è l’antifederalismo. Va proprio contro quello che in tante regioni, da anni, tentiamo di ottenere cioè autonomia e federalismo fiscale. Come pensate che si senta un amministratore che per anni ha fatto sacrifici per tenere conti in ordine, magari tagliando qua e là, e senza fare assunzioni? Come può sentirsi ora che a Roma con un colpo di spugna, o meglio un colpo di legge, si spalmano i debiti su tutti gli italiani. E’ il contrario del federalismo fiscale, e che questa mossa arrivi da un governo formato anche dalla Lega è ancora più paradossale”.
E qui Tosi ne ha anche per la linea politica del Carroccio: “Ma questa è una delle tante misure assistenzialiste varate da questo governo. Una sorta di cambiale politica che i vertici della Lega, a partire da Matteo Salvini, hanno dovuto pagare al Movimento 5 Stelle per tenere in piedi l’alleanza di governo. Provvedimenti che la Lega di Bossi e di Maroni non avrebbe mai approvato”. Ecco allora che i 12 miliardi di debito romano, ricollocato nelle casse nazionali “sono una dei queste cambiali pagate alla giunta Raggi, all’amministrazione di Roma a guida grillina”.
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