VOCE
Schede ospedaliere
30.04.2019 - 20:14
Salvati tre primariati e qualche posto letto in Polesine. Ma l’opposizione insorge comunque
Qualche modifica, cento, è stata accolta, come promesso. Ma non di certo sufficienti a placare opposizioni, comitati per la difesa degli ospedali e sindacati che ribadiscono come queste schede definiscano pesanti, pesantissimi tagli alla sanità pubblica polesana. “Le schede licenziate ieri in commissione non hanno spazzato via la sensazione che la sanità polesana sia considerata di serie b: il rischio che l’ospedale di Rovigo, classificato come hub provinciale, diventi in realtà lo spoke di una struttura di un’altra provincia non è stato scongiurato, mentre Adria e Trecenta escono fortemente penalizzate. Per questo, nonostante l’accoglimento di alcune proposte, il nostro giudizio è negativo”. È quanto ha dichiarato, infatti, Graziano Azzalin, consigliere del partito democratico commentando le schede ospedaliere che hanno avuto il via libera ieri pomeriggio in quinta commissione.
“Per quanto riguarda l’ospedale di Rovigo non ci sono stati grandi cambiamenti, ma i numeri devono trovare conforto nella realtà: la Regione rispetti gli impegni, non faccia come in passato. Non basta assegnare un primario in più, se poi per assumerlo devi chiedere un’autorizzazione che magari arriva mesi e mesi dopo. E non dimentichiamo che le carenze riguardano anche infermieri e altri operatori. Si concretizzi quanto previsto, l’Ulss si muova immediatamente senza perdere tempo”.
Per l’assessore regionale alla sanità, Manuela Lanzarin, invece, le schede sono un passo avanti e il taglio di posti letto, negli ospedali polesani come in quelli del resto della regione sarebbero da considerare riferiti a valutazioni e monitoraggi. Ovvero, per la giunta regionale, i posti letto tagliati non servivano. “Il tasso di occupazione dei posti letto è stato monitorato nei singoli ospedali e dall’esito delle verifiche e delle necessità terapeutiche emerse è scaturita la scelta di aumentare i posti letto di area medica, diminuendo quelli di area materno infantile e chirurgica. Una scelta dettata dall’evoluzione della realtà sociale e delle tecnologie interventistiche - ha precisato l’assessore - Da un lato, infatti, negli anni abbiamo assistito a una progressiva diminuzione delle nascite (aspetto che andrà rivisto nel nuovo Patto Nazionale per la Salute in relazione ai tetti minimi di attività dei centri nascita); dall’altro, le elevate tecnologie chirurgiche, delle quali il veneto è molto ben dotato, hanno ampiamente ridotto la necessità di ricovero per tutta una serie di interventi che possono essere effettuati con le tecniche mininvasive e in day surgery”.
Rispetto alla prima bozza di schede ospedaliere, quella definitiva, che ora ha finito l’iter in commissione e attende solo che la giunta la licenzi definitivamente, l’ospedale di Rovigo ha recuperato un primario, quello di neuroradiologia, mentre Adria ne recupera due: chirurgia generale e urologia. Recuperati anche 24 posti letto di psichiatria a Rovigo, 4 di terapia intesiva a trecenta e 25 di riabilitazione ad Adria.
In video il commento del presidente Luca Zaia su autonomia e schede ospedaliere.
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