VOCE
In piazza Merlin
02.05.2019 - 21:07
Sarà venduto come ferrovecchio. E pensare che per 20 anni è stato un bar punto di riferimento della città. Un bar dove fermarsi a prendere un caffè, gustare un gelato o scambiare quattro chiacchiere. E’ stato un reddito per una famiglia e un presidio contro il degrado.
Invece per il chiosco sta per compiersi il suo destino. Quello voluto da quegli assessori comunali, e da quel presidente del consiglio comunale e da quei consiglieri comunali (Luigi Paulon, Gianni Saccardin, Renato Borgato e Paolo Avezzù) che per mesi hanno condotto una crociata contro la struttura di piazza Merlin. Una crociata, da cui poi Avezzù si è sfilato, che alla fine ha ottenuto quello che voleva. Dopo 318 da abusivo, da quando cioè è scaduta la concessione per l’esercizio del bar non rinnovata dal Comune, il chiosco è l’esempio plastico del degrado urbano rodigino.
Ed ora, dopo che la precedente amministrazione aveva apparecchiato tutte le carte, sta davvero per partire la procedura per la demolizione, che, con tutta probabilità, pagheranno i rodigini, cioè tutti voi. Perché sarà il comune ad occuparsi della rimozione del chiosco, spendendo, moneta più moneta meno, 30mila euro per lo spostamento da piazza Merlin. Una cifra che in molti giudicano ampiamente sottostimata. Senza qualcuno che poi se lo venga a riprendere, il chiosco, dopo un periodo nel deposito comunale, sarà ceduto come ferro vecchio. Proprio così, da bar del centro ad ammasso di ferraglia. Un destino che nemmeno un film di Fantozzi avrebbe immaginato. Il surreale impiegato, in uno degli episodi della saga comica, almeno era stato venduto a tranci al mercato del pesce.
Al di là del paragone comico la situazione per il chiosco più che ridere fa piangere. Ieri dal Comune hanno precisato che che la prossima settimana verrà approvata una variazione di bilancio per finanziare la rimozione dell’ex bar che da 20 anni occupa la congiunzione fra via Cavour e via Bedendo nel cuore del centro storico della città. L’ordinanza di rimozione, emessa mesi fa dall’amministrazione Bergamin, entra infatti nella sua fase operativa. Non ci sono state osservazioni e così ora scatta l’iter della demolizione. I cui tempi però non saranno brevissimi in quanto occorrerà inviare e notificare comunicazioni ai titolari dell’ex bar (ma anche dell’ex edicola) che si sono trasferiti alle Canarie dopo avere perduto il lavoro grazie proprio alla chiusura del chiosco. Poi il Comune taglierà il chiosco alla radice, sollevandolo di peso per spostarlo in un deposito del Comune. Se qualcuno lo reclamerà dovrà pagare i costi della rimozione, altrimenti sarà ceduto come ferro vecchio. L’operazione di smantellamento costerà come detto 30mila euro, compresa la pavimentazione dell’area sulla quale sorge la struttura. Dove è previsto che resti tutto vuoto. Del resto di sera piazza Merlin viene già usata impunemente come parcheggio...
Se tutto procederà come previsto l’addio del chiosco avverrà nella prima settimana di giugno, proprio quella che porta al possibile ballottaggio per l’elezione del nuovo sindaco di Rovigo. I cittadini, in quei giorni, si potranno chiedere se sia stato giusto spendere almeno 30mila euro pubblici per eliminare un punto di ristoro che funzionava, piuttosto che, con quelle stesse risorse, chiudere buche nelle strade, sistemare marciapiedi, o risolvere altri problemi della città. E poi interrogarsi su chi ringraziare per tutto questo.
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