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TRIBUNALE

Legata, seviziata e uccisa: sotto accusa la badante

L'ex compagno ha già incassato 37 anni, ora sotto accusa la badante, coetanea, di Este, per l'orrendo omicidio

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Liliana Armellini venne trovata, nella mattinata del 23 maggio del 2016, senza vita nella sua abitazione di via Pilastro, a Este. A entrare per primi furono i vigili del fuoco, che consentirono poi l'accesso al personale del Suem e dei carabinieri. L'anziana, 74 anni, ex barista, in pensione, era al di là di ogni possibilità di soccorso. E lo stato in cui venne trovato il corpo, dopo l'esame del medico legale Luca Massaro, non lasciò dubbi: omicidio. La donna venne trovata, secondo questa ricostruzione dei fatti, riversa a terra, con una pozza di sangue vicino al volto, che presentava anche ferite, con ematomi sulle braccia, le caviglie legate con nastro da pacchi di colore marrone.

Per quei fatti, Michele Bonaldo, 37 anni, di Casale Di Scodosia, ha incassato, nei mesi scorsi, in Tribunale a Rovigo, nel processo celebrato di fronte al giudice per le udienze private, con rito abbreviato, 30 anni. Una sentenza, ovviamente, passibile di una differente valutazione in Appello. Nella mattinata di martedì 7 maggio, di fronte alla Corte di Assise di Rovigo, presieduta dal giudice Angelo Risi e composta dalla collega Nicoletta Stefanutti e dai giudici popolari, si è aperto il processo a carico di Arianna Chinchio, 37 anni, di Este, ex compagna di Bonaldo. E' secondo questa ricostruzione dei fatti, la badante che era stata assunta alcuni mesi prima dell'omicidio da Armellini, per assistere l'anziana sorella, che viveva con lei.

A Chinchio non viene contestato di avere materialmente commesso l'omicidio, né la rapina che lo avrebbe, secondo le risultanze investigative, preceduto. Entrambi i reati, però, le vengono attribuiti in concorso con Bonaldo. Avrebbe, in sostanza, creato le condizioni affinché quest'ultimo potesse agire. In sostanza, avrebbe facilitato la conoscenza tra Bonaldo e la vittima, avrebbe fatto in modo che questi potesse entrare in casa, gli avrebbe detto dove venivano custoditi in casa preziosi e contanti. Avrebbe sorvegliato che Armellini assumesse farmaci, la sera dell'omicidio, in maniera sufficiente a ridurre le sue possibilità di difesa.

Bonaldo, da parte sua, avrebbe invece picchiato la vittima, la avrebbe scossa, la avrebbe infine soffocata. Impossessandosi di 1000 euro circa e di gioielli. Sin qui, le contestazioni dell'accusa. La difesa, da parte sua, affidata all'avvocato Marco Petternella, ritiene di avere le proprie carte da giocare. In primo luogo, va detto che mai, Bonaldo, nel proprio processo di primo grado, ha tirato in ballo l'ex compagna, nel rigettare le contestazioni a proprio carico.

Non solo: già al momento del rinvio a giudizio venne fatto notare come, se pure è vero che sparirono soldi e contanti, è altrettanto vero che in casa furono trovati la bellezza di 9mila euro. Possibile che Chinchio, dopo mesi come badante, non sapesse della presenza di una somma simile, se davvero avesse agito lei, assieme all'ex, a scopo di rapina?

Tutte questioni che verranno sviluppate nel corso del dibattimento. Nella mattinata di martedì 7 maggio sono stati ascoltati due carabinieri del Nucleo investigativo di Padova che, la mattina del ritrovamento del corpo, dopo l'omicidio che, secondo le contestazioni, sarebbe avvenuto la notte precedente, analizzarono la scena del delitto, due militari del Ris che presero parte alle analisi scientifiche, e il medico curante dell'anziana.

Le prossime udienze del procedimento si terranno il 25 giugno, il 24 settembre, il 29 ottobre e il 19 novembre. Nell'ultima data si dovrebbe anche andare a sentenza.

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