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Lodo Baldetti

Ritardi che pesano 1,4 milioni

Somma legata ai ritardi di cessione della vecchia piscina a chi ha realizzato il polo natatorio

Ritardi che pesano 1,4 milioni

Un ritardo da 1,4 milioni di euro. Tanto il Comune dovrà pagare per il lodo Baldetti. Come anticipato sulla Voce di ieri, la corte d’appello di Venezia l’altra sera ha dichiarato inammissibili i ricorsi del Comune di Rovigo e di Veneto Nuoto sul lodo che aveva deciso, in primo grado, la controversia fra Comune e società Veneto Nuoto (nel frattempo fallita), per gli accordi non rispettati legati alla realizzazione del polo natatorio.

Il legale del Comune, Ferruccio Lembo, probabilmente farà ricorso contro il verdetto della Corte d’appello, verificando anche la possibilità di chiedere una sospensiva sul pagamento del milione e 400mila euro. Ma intanto la tegola sul Comune di Rovigo è caduta. Una tegola nota da tempo, e che avrebbe potuto anche essere peggiore (Veneto Nuoto nel ricorso aveva chiesto di aumentare la cifra). E così per l’ennesima volta le casse di palazzo Nodari devono fare i conti con le conseguenze di un project financing che si rivela sempre più un pozzo senza fondo di grattacapi per il Comune. Senza considerare che il lodo Baldetti è solo una parte delle controversie derivanti da quel project. Il Comune infatti è ancora in attesa della decisione del tribunale di Bologna sul decreto ingiuntivo plurimilionario che Unipol aveva ricolto al Comune.

La partita però diventa unica perché resta in piedi la volontà di palazzo Nodari di procedere ad un concordato complessivo, che comprenda Unipol e Veneto Nuoto per risolvere la causa una volta per tutte. Una trattativa in stallo da mesi e che necessita proprio dell’innesco della decisione del giudice di Bologna.

Tornando al lodo Baldetti, la controversia attraversa le ultime quattro amministrazioni comunali di Rovigo.

L’affaire Baldetti risale alla realizzazione della piscina comunale di Rovigo e al project financing firmato fra Comune e Veneto Nuoto, idea nata con la giunta Avezzù e portata avanti dalla giunta Merchiori.

Da quel momento però si è innescata una reazione a catena fatta di accordi non rispettati o tirati per le lunghe, rate del finanziamento non pagate, controversie e azioni legali. Con Veneto Nuoto, realizzatore del project che prima ha fatto causa al Comune per i ritardi nella cessione dell’area della vecchia piscina, e poi non è riuscita a far fronte alle rate del mutuo contratto con Unipol, innescando così la clausola della surroga ricaduta sul Comune.

Comune, quindi, chiamato in causa da Veneto Nuoto (fallita nei mesi scorsi) per i ritardi nella cessione dell’area della vecchia piscina in cambio della costruzione del polo natatorio di viale Porta Po. Il braccio di ferro risale ai tempi dell’accordo per la realizzazione della nuova piscina, inaugurata nel 2009. L’intesa prevedeva la cessione della ex Baldetti di viale Porta Adige alla società che ha realizzato la nuova piscina.

Nell’area Baldetti doveva sorgere un’area residenziale. La cessione della Baldetti, però, si è formalizzata solo a dicembre 2012 (giunta Piva), con un ritardo, quindi, di circa 3 anni. E a causa di questo ritardo la società aveva chiesto al Comune il pagamento di oltre 3 milioni di euro come penale per il non rispetto dei tempi. Alla quale poi si era aggiunta una richiesta di risarcimento danni di altri tre milioni, motivata con le mutate condizioni del mercato immobiliare dal 2009 al 2012.

La controversia fu poi affidata ad un collegio arbitrale che fissò in 1,4 milioni di euro il dovuto dal Comune alla società (il lodo Baldetti). Decisione impugnata prima dal Comune e poi dalla stessa Veneto Nuoto.

Difficile spiegare i motivi del ritardo, distrazione, lungaggini burocratiche, scelte dilatorie, discussione sulle modalità di calcolo dell’Iva, colpe che negli anni sono state rimpallate fra amministratori e dirigenti. Per non dire del fatto che il commissario prefettizio Claudio Ventrice, nel 2015 aveva definito il pagamento del lodo, cosa poi respinta dalla sopraggiunta amministrazione Bergamin.

Ed ora si torna al punto di partenza del milione e 400mila euro. Che però, oltre ad aver tenuto sotto scacco le casse del Comune per anni, non è nemmeno più la chiusura del problema Baldetti, visto che nel 2014 Unipol ha chiesto a palazzo Nodari il pagamento di oltre quattro milioni di euro per un mutuo non pagato proprio da Veneto Nuoto. Oggetto del decreto ingiuntivo su cui si deve esprimere Bologna. Insomma una labirinto di cause, richieste, euro, e impegni disattesi. Dove chi rischia di pagare è sempre e solo la collettività rodigina.

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