VOCE
Porto Viro
18.05.2019 - 18:33
E’ proprio strana la vita di Andrea Franzoso “il disobbediente” più famoso d’Italia che è sbarcato nella biblioteca di Porto Viro per raccontare la propria vicenda presentando i suoi due libri, su iniziativa della libreria Apogeo.
Ebbene, nel 2017 ha dato alle stampe il libro “Il disobbediente: c’è un prezzo da pagare se non si vuole avere un prezzo” edizioni PaperFirst 2017, con prefazione di Gian Antonio Stella e postfazione di Raffaele Cantone, nel quale racconta la propria storia portando il lettore “nella selva oscura” delle contraddizioni della legislazione italiana.
Presentando il libro in giro per l’Italia ha scoperto che tanti genitori acquistavano il libro per farlo leggere ai propri figli. Da lì è nata l’idea di una nuova edizione a “misura” di ragazzi così l’anno scorso è uscito “#Disobbediente: essere onesti è la vera rivoluzione” edizioni DeAgostini con postfazione di Matteo Bussola.
E va in giro per l’Italia, soprattutto nelle scuole primarie e medie, per incontrare i ragazzi. E che cosa scopre? Scopre che tanti di quegli alunni si appassionano alla sua storia e acquistano il libro per regalarlo ai propri genitori. Un libro, anzi entrambi i libri, di educazione civica che meriterebbero di essere adottati a scuola come guida alla legalità. In quella scuola tanto bistrattata dove i bulli la fanno da padroni anche se la stragrande maggioranza degli studenti sono bravi ragazzi, dove gli insegnanti sono spesso umiliati.
L’altra sera a Porto Viro Franzoso ha iniziato parlando proprio della scuola citando un caso molto significativo. “In Giappone – ha detto – quando passa l’imperatore tutti si inchinano, eccetto gli insegnanti, gesto simbolico per evidenziare che la cultura non si inchina a nessuno. Invece i nostri insegnanti sono i più mal pagati d’Europa, in Francia hanno stipendi mediamente il doppio dei nostri, la maggioranza degli edifici scolastici sono fatiscenti. A scuola si costruisce il futuro perché i ragazzi sono i cittadini di domani”.
Ma Franzoso ha invitato tutti a non arrendersi perché “la vera rivoluzione è essere onesto”. Ed ha citato un noto poeta dell’Aspromonte quando ebbe a dire che “la più grande disperazione per un popolo è pensare che essere corretto sia inutile”.
Sulla "Voce" di domenica 19 maggio l'articolo completo.
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