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"Quella classifica non rispecchia la nostra realtà"

Il Sole 24 Ore boccia il Polesine. Compostella: “Bisogna considerare anche altri fattori”.

"Quella classifica non rispecchia la nostra realtà"

Polesine maglia nera per indice di salute? “Una fotografia che non rispecchia la reale situazione della nostra provincia”. Commenta così il direttore generale dell’Ulss 5 Antonio Compostella lo studio pubblicato sul Sole 24 Ore nei giorni scorsi, che pone la terra tra Adige e Po in fondo alla classifica nazionale. Nella graduatoria, stilata tenendo conto di vari fattori, dal numero di medici al tasso di mortalità fino all’utilizzo di formaci, Rovigo si piazza in un ben poco lusinghiero 105esimo posto, davanti solo ad Alessandria e Rieti.

Il punto più dolente, secondo lo studio, riguarda il numero medici di medicina generale, dove il Polesine è addirittura all’ultimo posto. “Quell’indicatore valuta solo quanti medici ci sono ogni mille abitanti spiega Compostella - ma andrebbero presi in considerazione anche altri aspetti: per esempio se ci sono zone scoperte oppure dottori che superano il massimo dei 1500 pazienti seguiti. Nessuna di queste due situazioni si verifica in Polesine. Lo stesso discorso vale anche per la classifica sui pediatri (dove Rovigo è al penultimo posto ndr), qui inoltre bisogna considerare che l’indice di natalità nella nostra provincia non è tra i più alti”.

Nella graduatoria pubblicata dal Sole 24 Ore, Rovigo non brilla nemmeno per il tasso di emigrazione ospedaliera (dimissioni di pazienti da fuori regione): “Siamo una zona transfrontaliera - afferma il direttore generale dell’Ulss 5 - confiniamo con la Lombarda e l’Emilia Romagna, quindi che una fetta di popolazione vada fuori regione per curarsi è una costante. I dati della Regione Veneto però mostrano che negli ultimi anni la tendenza è andata riducendosi”.

Spiccano in negativo anche altri due dati, quelli riguardanti il tasso di mortalità per infarto del miocardio e del consumo di farmaci per l’ipertensione: “Il motivo è la tipologia di popolazione della nostra provincia - spiega Compostella - l’indice di vecchiaia è molto alto e per gli anziani il rischio di infarto è più elevato e l’ipertensione più frequente”.

Ma se il direttore generale dell’Ulss cerca di ridimensionare il risultato ottenuto dal Polesine in questo studio, dall’altra i consiglieri regionali Patrizia Bartelle (Italia in Comune) e Piero Ruzzante (Liberi e Uguali) lanciano invece l’allarme: “Nessun dubbio sull’affidabilità dei dati riportati dal Sole 24 Ore che per stilare la classifica pubblicata ha utilizzato dati raccolti da Iqvia, Istat e dal Ministero della Salute - dichiarano - Ne deriva che le rassicurazioni sul fatto che il territorio sarebbe coperto sul fronte assistenziale non sembrano reggere. La striscia di record negativi della sanità veneta, ed in particolare di quella polesana, non si arresta eppure - nonostante le più e più interrogazioni regionali depositate sull’argomento - continuano - la Regione non sembra intenzionata a mettere in atto azioni concrete come, ad esempio, un cambio dei vertici amministrativi”.

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