VOCE
LA DOMANDA
21.05.2019 - 09:18
Venuto, Conchi e M5s a favore. Gambardella prende tempo: “Ne parlerò col comandante”
Dotare i vigili di pistole (quelle vere, che sparano, non i taser), era stata una delle più sentite battaglie dell’ex sindaco Massimo Bergamin che era riuscito nell’intento di ordinarle e comprarle. Ma nessuno dei vigili del comando di Rovigo, però, ne ha mai usata una. Le 15 beretta acquistate sono rimaste nel “cassetto” visto che gli agenti della polizia locale devono, prima di utilizzarle, fare un corso apposito e ottenere l’idoneità all’utilizzo dell’arma. Corso che nessuno ha ancora fatto. E che potrebbero anche non fare mai visto che per tre candidati sindaco su sette (e una non si esprime chiaramente a favore o contro), le armi i vigili non le devono avere.
Ad essere fortemente contrari all’armamento dei vigili sono il candidato del cetrosinistra, Edoardo Gaffeo, la candidata civica Silvia Menon e l’ex assessore candidato con Presenza Cristiana, Antonio Saccardin. “Le armi ai vigili non servono commenta il candidato del centrosinistra Edoardo Gaffeo - ma serve un sistema di sicurezza integrato. Se la legge lo consente le armi già acquistate dalla precedente amministrazione verranno rivendute”.
Per la candidata Silvia Menon, che dai banchi dell’opposizione aveva già combattuto una battaglia contro l’armamento ai vigili: “Le pistole acquistate a migliaia di euro sono chiuse in un armadio e nessuno le usa. La prima azione sarà metterle in vendita. Il momento più pericoloso è la notte: avete mai visto i vigili in giro la notte? Occorre che i vigili stiano in mezzo alla gente fuori dagli uffici, che siano il riferimento dei cittadini. Meglio fargli fare corsi di autodifesa per garantite più sicurezza”. E per l’ex assessore Antonio Saccardin commenta: “Il nostro si è ai mezzi di difesa personale, quindi taser e spray. Per le pistole ne abbiamo già palesato l’inopportunità in un momento in cui non si avvertono emergenze legate all’ordine pubblico. E quelle già acquistate? Per quanto ci riguarda al momento possono continuare a restare ferme”.
Per la candidata sindaco del centrodestra, Monica Gambardella, la risposta è “nì”. “Sulle pistole ne parlerò con il comandante per conoscere a che punto siamo con la formazione e sulle reali ipotesi di utilizzo”.
Dicono con fermezza “sì” alle armi, invece il candidato sindaco dei Cinque Stelle, Mattia Maniezzo, il candidato delle civiche Cambia Rovigo e Rovigo Futura Ezio Conchi e il candidato di Casapound, Marco Venuto. “La sicurezza non si fa solo con le pistole - spiega Mattia Maniezzo, candidato grillino - Serve riempire le strade e le piazze con attività sane. Per esempio, a Padova tossicodipendenti e spacciatori sono spariti da Prato della Valle quando sono arrivati i pattinatori. Ma le pistole possono servire per determinate situazioni di estrema criticità e con carabinieri e polizia si possono fare mappe del rischio e in certi casi prevedere azioni di sorveglianza anche armata. Ma se le mappatura dessero esito negativo, le pistole resterebbero per casi di necessità”.
Per Marco Venuto, di Casapound spiega: “Noi abbiamo chiesto il terzo turno dei vigili urbani ovviamente implementandone l’organico e quindi diciamo sì alle pistole. Va però garantita una adeguata preparazione”. “Tutti i vigili d’Italia anche nei comuni della provincia, sono armati commenta il candidato Ezio Conchi - almeno la stragrande maggioranza, lo si deve a fare, a maggior ragione, nella città capoluogo. Un vigile che ferma un’auto, di giorno o di notte, deve essere posto in grado di difendersi qualora venga aggredito da malavitosi”.
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