VOCE
Il caso
22.05.2019 - 21:14
Silvia Menon, candidato sindaco: “Società venduta a pochi euro, loculi più costosi e Comune obbligato per anni e anni”
Il pasticciaccio del cimitero di Rovigo. E’ stata Silvia Menon martedì sera, a mettere in fila numeri e date di quello che lei definisce, con una certa eleganza, un grosso paradosso, ma che si rivela come un brutto pasticcio che ha prodotto perdite per il comune di Rovigo, quindi per tutta la collettività. E che altre ne produrrà in futuro. Un pasticcio grave, visto che si tratta di soldi pubblici. Soldi che alla fine rischiano di pagare i cittadini per un ampliamento del cimitero cominciato anni fa, e rivelatosi nel corso del tempo, l’ennesimo pastrocchio politico fra perdite, lavori stoppati e ripartiti, società cotte e poi salvate (ovviamente con i soldi di tutti), contenziosi giudiziari minacciati e rientrati. Tanto, alla fine, l’amara morale conclusiva: paga sempre chi non ha colpa, cioè i cittadini. E il risultato finale è quello di una società comprata a tanto, dal Comune, attraverso Asm spa, e rivenduta a pochissimo non appena la stessa società è stata messa nelle condizioni di guadagnare. Una geniale operazione di bilancio da parte di Asm Spa, controllata al 100% dal comune.
Il tutto condito da meno soldi dalla vendita dei loculi e a disposizione delle manutenzione dei vari cimiteri cittadini, e con il rischio concreto che alla fine proprio il Comune sia costretto a comprarsi tutte le tombe messe sul mercato a prezzi... fuori mercato e rimaste invendute. Un paradosso, appunto.
Il project Silvia Menon, candidata sindaco di una terna di liste civiche, ha messo tutti i puntini sulle i: “Il project financing per il cimitero risale al 2004, epoca della giunta Avezzù (3.060 loculi, 1.008 ossari e 85 posti auto). I lavori del primo stralcio dell’ampliamento sono del biennio 2004-2006, ma i loculi sono stati quasi tutti venduti soltanto nel 2012”. Dunque con anni di ritardo. Ma la vera assurdità riguarda la società Arcobaleno, costituita proprio per la realizzazione dell’ampliamento (formata da Cles scarl e Manutencoop), “acquistata dal Comune (per il 90%), attraverso Asm spa, per 205mila euro, nel 2011, e poi rivenduta per soli 43.200 euro, nel 2017. Già queste cifre evidenziano la sproporzione, ma il bello, anzi il brutto, è che la società fu acquistata a quella cifra quando era in difficoltà e non produceva utili, cioè non lavorava; poi rivenduta da Asm Spa e dal suo amministratore Alessandro Duò, per molto meno, nel momento in cui stava per riportare in alto gli utili. Chiunque può trarre le proprie conclusioni”.
La cessione è stata approvata nel 2017 con il voto di una maggioranza risicata di centrodestra, “molti dei quali sono ancora candidati nelle attuali liste di centrodestra e quindi pronti a tornare in consiglio”.
La nuova convenzione per il project risale al 2017, e “prevede un realizzo di oltre 15 milioni di euro di ricavi e utili di 3,5 milioni di euro fino al 2039”. Cifre stilate e definite sulla base di perizie che però, ad un primo esame, non fugano le perplessità. “Anche perché l’ampliamento del cimitero - continua la Menon - è stato fatto sulla base di determinati fabbisogni”. Che non ci sono più. Ma sotto la lente d’ingrandimento di Silvia Menon e del suo gruppo è finita anche la stessa convenzione siglata per la ripresa dei lavori di ampliamento del cimitero di viale Oroboni: “Ricordo che c’è stato il parere negativo della dirigente del settore economia del Comune. Con il nuovo schema il Comune, quindi la collettività, ci ha rimesso una forte percentuale dell’aggio della vendita dei loculi, dal 35% al 10%, il che significa circa 200mila euro in meno all’anno per le casse comunali, soldi che sarebbero serviti per le manutenzioni di tutti i cimiteri rodigini. E poi l’articolo 20 della convenzione che stabilisce che se allo scadere della stessa ci saranno dei loculi invenduti dovrà essere il comune ad intervenire acquistandoli”.
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