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Calcio e amarcord

Quelli del grande Contarina

Festa a tavola con gli ex calciatori della gloriosa società. I protagonisti del passato raccontano: “Come era bello giocare con la maglia rossonera”.

Si sono ritrovati. Allegri, pimpanti, qualche acciacchino, ma fa niente: c’è lo spirito, c’è la memoria, c’è “quel calcio” da ricordare. Per loro il passato non è terra straniera. Loro sono ancora e sempre il Vecchio Contarina, un grande passato. Anzi, di più: il Grande Contarina.

Non è una questione di campionati, categorie, periodi. Il Grande Contarina abbraccia un arco temporale importante. Va dal 1948 agli anni ‘90. Nel ’48 nasce la squadra e avrà i bellissimi colori rossoneri. Nel ‘48 nascono anche molti dei protagonisti della lunga stagione “contarinante”, che si sono ritrovati al ristorante “Primon” di Goro, sotto l’argine del porto. Antipastino, risotto, un po’ di vongole, passere, anguille e ricordi. Tanti, molto belli e anche molto teneri. Sono qui, quelli del Grande Contarina, e parlano, ridono, si tuffano nel passato e raccontano storie, aneddoti, momenti. E l’amore per quella maglia. C’è il leggendario capitano Toni Scabin. C’è il capitano portiere Gino Bovolenta, più di 500 partite con “quella maglia”.

C’è un altro straordinario protagonista, Silvano Cester. Anche lui sopra le 500. “Contarinanti” doc. Ma tutti quelli che sono transitati dalle parti di via Cesare Battisti sono diventati “contarinanti”. E lo sono ancora, dentro un grande cuore rossonero. Qui è nato Eraldo Mancin, che poi ha giocato una vita in Serie A e ha vinto due scudetti consecutivi con due squadre diverse.

Se n’è andato quasi tre anni fa. Lo ricordano con affetto e commozione. Qui hanno giocato, per citarne alcuni, grandi attaccanti come i due Milani, Guido e Benito, che hanno fatto buone cose nei professionisti. Come Patrizio Bonafè, partito da Taglio di Po, ma lanciato dal Contarina in A nel Varese di Nils Liedholm. Qui hanno giocato e poi hanno raggiunto eccellenti livelli tanti altri giocatori. E hanno lasciato ricordi struggenti. Come il fantasista Luciano Negri (ma quanto era bravo) e il portiere Ottorino Veronese. Uno è andato alla Spal, l’altro all’Inter. Purtroppo, sono stati fermati dagli infortuni e dai problemi fisici.
Adesso scherzano, ridono e rivivono il loro Contarina. Hanno quasi tutti passato i 70 e ricordano i compagni, i maestri che si sono staccati dalla vita.

Ma a tutti torna il sorriso quando Mario Ruzza, potente attaccante, arriva con la torta rossonera (fragole e mirtilli) e quando si parla delle battaglie con i chioggiotti (quante botte!) e dei tanti successi. Il leggendario Toni Scabin, capitano di molti Contarina, c’era già nella stagione 1956-1957, sessantatrè anni fa. Presidente Bruno Zaia, allenatore Romolo Camuffo, segretario Imo Scabin. Vincono il campionato di Promozione, rinunciano alla Quarta Serie “perché non adatta alle nostre possibilità”.

Poi i tempi sono cambiati, il Contarina in Serie D ci è andato. E sono arrivate la grande crisi e il distacco. Ma non da quella maglia, che resterà per sempre nei cori e nei cuori del grande popolo rossonero.

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