VOCE
Adria
23.05.2019 - 12:53
E’ bastato l’annuncio che l’ospedale mantiene la qualifica di spoke per spegnere i riflettori sul futuro dell’ospedale. Tuttavia al momento non si è visto ancora alcun atto concreto della giunta regionale, così pure resta sempre la spada di Damocle delle schede ospedaliere che hanno chiaramente declassato il Santa Maria Regina degli Angeli.
Ancora pochi giorni di attesa, il tempo che passi la tornata delle elezioni europee, poi il futuro dell’ospedale sarà più chiaro.
Nel frattempo mette le mani avanti il consigliere regionale Patrizia Bartelle di Italia in comune che dichiara: “Non vorrei fosse solo campagna elettorale per le elezioni del 26 maggio”. Quindi spiega: “Sulla stampa regionale e provinciale girano da alcuni giorni informazioni relative a una delibera di giunta, già approvata, che avrebbe riattribuito il livello di spoke all’ospedale adriese, oltre ad altri aggiustamenti in posti letto o primariati in tutto il territorio regionale. Personalmente ho deciso di non intervenire in questa discussione in attesa di leggere questa delibera quando sarà ufficialmente pubblicata nel Bur, speriamo prima della tornata elettorale”.
Aggiunge sempre Bartelle: “È facile scrivere spoke sulla carta per ingraziarsi un territorio ormai disilluso dal comportamento della Lega che amministra questa regione da anni e che sembra avere come obiettivo l’impoverimento della sanità pubblica e in particolare di quella polesana. E’ anche ovvio che il livello spoke dipenderà dal mantenimento dei livelli di efficienza previsti del famigerato Piano nazionale esiti, in sigla Pne. Il Pne, infatti, è uno strumento di valutazione sviluppato da Agenas per conto del ministero della salute e fornisce valutazioni comparative di efficacia, sicurezza, efficienza e qualità delle cure prodotte nell’ambito del servizio sanitario finalizzate al miglioramento dell’efficacia e dell’equità nel servizio sanitario nazionale”.
Bartelle esprime le sue considerazioni in una nota finale: “Nell’impietosa analisi de ‘Il sole 24 ore’ emerge che in Polesine si muore per infarto più di qualsiasi altro posto d’Italia. Avremmo desiderato che il dg dell’Ulss 5 avesse risposto a tali dati con impegni di investimento in termini di servizi di soccorso, così da garantire che l’arco temporale tra l’evento e le cure sia quanto più ristretto possibile”.
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