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Dopo il voto

Fine era Avezzù, “ma io non mollo”

“Siamo sotto le aspettative, ma non ci sfiliamo e continuiamo a lavorare per la Gambardella”

Fine era Avezzù, “ma io non mollo”

Negli ultimi 35 anni è rimasto fuori dal consiglio comunale di Rovigo solo per 4 anni, dal 1994 al 1998. Per il resto sempre in prima linea: consigliere, sindaco, presidente del consiglio comunale, capogruppo di opposizione, ma ora Paolo Avezzù è fuori. L’epoca del creatore di Obiettivo Rovigo ed ex Fi, Cdu, Dc, Ncd, sembra al tramonto, anche se Avezzù non intende mollare: “La politica è una passione, e io non ci rinuncio. E sono già operativo per aiutare Monica Gambardella al ballottaggio”.

Ma il grande camaleonte della politica rodigina, anche se sempre a tinte di centrodestra, non può non riconoscere la forza, o la debolezza dei numeri: “Obiettivo Rovigo è andato largamente sotto le aspettative, inutile negarlo. La nostra lista non ha inciso, credo anche perché la gente di centrodestra ha preferito, i gran misura, votare direttamente per la candidato sindaco e per la lega che l’aveva scelta. In Comune ho praticamente ricoperto tutti i ruoli, l’esperienza non mi manca. Ma so anche che si può continuare a fare politica senza ruoli istituzionali. Io e il mio gruppo abbiamo già organizzato un incontro per decidere le mosse in vista del ballottaggio, ho già sentito Monica, per noi il lavoro non è finito”. Precisazioni lanciate quasi a voler mandare un messaggio a chi, in queste ore, ha pensato che un Avezzù fuori dal consiglio avrebbe smorzato la sua spinta per la Gambardella.

Un attivismo che però non può nascondere il fatto che l’ex sindaco non sarà in consiglio comunale dopo più di 20 anni di presenza consecutiva. Il tracollo di consenso di Avezzù, in genere abile a intercettare voti in differenti fasce della cittadinanza, con legami nel mondo del volontariato, dell’associazionismo e del mondo cattolico, si vede anche nell’anemia di preferenze che ha preso la sua lista. Per lui solo 71 voti personali, davvero pochi se si pensa alle diverse centinaia che incamerava quando si presentava sotto le insegne di Forza Italia. “Ma in quei casi - specifica lui stesso - i partiti erano forti e trainavano il voto di preferenza. Ammetto che c’è delusione e che 71 preferenze sotto sotto le attese, devo però confessare che almeno trenta sono andate disperse perché la gente si era sbagliata a votare. Cambiava comunque poco, accetto questo risultato, ma non ci sfiliamo dalla coalizione. Anche per il ballottaggio siamo in pista”.

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