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Il caso
28.05.2019 - 21:02
“Ora che le elezioni sono passate, visto il risultato enorme della Lega, è giunto il momento che si ribaltino le prospettive di questo governo e si cominci a fare sul serio per la zona economica speciale, che è la migliore prospettiva per il Polesine”.
Leonardo Raito, riconfermato sindaco di Polesella, Comune inserito nei 16 per il territorio della zona economica speciale, incalza il governo sul provvedimento - da approvare entro la fine dell’anno - per attrarre, tra il Polesine e Marghera, investimenti per 2,4 miliardi di euro, creando 26.600 nuovi posti di lavoro.
In caso il Polesine non venga ascoltato, Raito si dice pronto a gesti eclatanti. E assicura: anche altri sindaci si unirebbero a lui. “Ce lo siamo ripromessi - conferma Raito - siamo pronti ad incatenarci a Roma davanti al parlamento o al ministero dello sviluppo economico, attuando pure scioperi della fame e della sete. I politici nazionali devono ascoltare le voci del territorio. Non possono pensare di far morire una terra solo per i propri vezzi o i propri equilibri interni. Per la Zes siamo pronti alla guerra”.
Cambia la sponda politica, non l’effetto. Da Castelmassa è Eugenio Boschini, sindaco uscente, a ribadire: “Per avere la Zes siamo disposti anche ad andare a piedi fino a Roma”. Sulla stessa linea il neosindaco di Castelmassa Luigi Petrella: “Non si può più perdere tempo - annuncia - speriamo vada tutto per il meglio”.
E sul Movimento Cinque Stelle: “Devono capire che noi non siamo meno importanti del Sud, devono dare risposte anche alle nostre domande”. Castelmassa, del resto, è già pronta alla Zes. L’appello è conseguente: “Dovremo spronare i nostri parlamentari e le forze politiche per portare a casa la Zes: si tratta di una partita fondamentale e di un provvedimento che può solo fare del bene a tutto il nostro Alto Polesine”.
Il servizio completo sulla Voce in edicola mercoledì 29 maggio.
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