VOCE
Il caso
29.05.2019 - 18:58
Lascia la galleria dov’è praticamente nata dopo ben 50 anni di attività perché diventata ormai invivibile. Anche l’ultima storica attività di Galleria Rhodigium ci rinuncia e decide di trasferirsi altrove. Michela Tomaselli, titolare del salone parrucchiera Diana che si trovava nella galleria che collega via Umberto I e corso del Popolo, racconta, con tanta amarezza, i motivi per i quali è costretta a chiudere il negozio aperto nel 1968 da sua madre, Anna Maria Lazzarini, "Diana" maestra artigiana. Una attività che lei, Michela, ha poi portato avanti dalla scomparsa di sua madre a partire dal 2003.
“Mi trovo costretta a trasferire la sede del mio negozio dopo 50 anni. La galleria Rhodigium e' ormai divenuta un dormitorio e rifugio per senzatetto - racconta Michela - La mattina per aprire l’attività sono costretta a svegliare il senzatetto che dorme sull’uscio. E purtroppo non dormono solo in questo posto, ma fanno anche i loro bisogni. Passare per la galleria significa imbattersi in un forte odore di urina. Ma non è solo questo: ci sono vetrine chiuse e serrande abbassate ormai ovunque qui intorno e nessuno ha mai fatto nulla per salvare e rilanciare questo posto. Erba alta, luci spente, scritte sui muri: una perfetta immagine di degrado che non invoglia certo la clientela a passare in galleria. Era diventato troppo difficile per me continuare a lavorare lì dentro”.
“Sicuramente ha colpa anche la proprietà per la pessima gestione di questi anni: non ha mai fatto nulla per tutti quei negozi ormai chiusi da anni. Mi trasferisco in via Dante Alighieri, 31 (davanti ad Asm) l'inaugurazione della nuova sede del Salone Diana sara' sabato 1 giugno alle 17. Per me è una nuova avventura, certo, e non posso che esserne entusiasta. Ma vado via da qua con il cuore a pezzi perché in quella galleria ci sono cresciuta e so purtroppo che ormai è troppo tardi perché si riesca a recuperarla da questo degrado. Una volta c’erano negozi, c’era vita, ora solo sporcizia e incuria. Nessuno comprerà mai un negozio lì dentro, sono tutti ormai fuori norma: sarebbe un investimento troppo grande per chiunque. Ci sarebbero da rifare le vetrate, gli impianti, i bagni, insomma non si salva più niente”.
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