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Verso il ballottagio

Ex Maddalena, servono risposte

Progetto ancora fermo al ministero. In ballo oltre 13 milioni di euro, ma occorre decidere

Ex Maddalena, servono risposte

Ex Maddalena che fare? Fra i principali dossier che il nuovo sindaco di Rovigo, Monica Gambardella o Edoardo Gaffeo, dovrà affrontare c’è quello relativo al bando periferie e alle condizioni dell’ex ospedale Maddalena, un mostro di cemento immerso nel degrado e spesso rifugio per bivacchi e microcriminalità. Di più: la riqualificazione del quartiere Commenda e il possibile riutilizzo di uno dei vuoti urbani più evidenti della città, ossia l’immobile, con l’annesso parco, dell’ex ospedale.

La vecchia amministrazione comunale, targata Massimo Bergamin, era rimasta incagliata nelle fasi progettuali di questa possibile riqualificazione, tanto che il progetto è stato scritto e riscritto, bloccato da incomprensioni con i privati, escluso dai primi finanziamenti del governo e poi riportato al ministero per una nuova definizione. Un labirinto di carte, procedure, autorizzazioni e stop&go che si trascina da qualche anno, e che ancora non ha punti fermi. Nell’incertezza sono fiorite proposte e pianificazioni una diversa dall’altra, tanto che non è ancora chiaro se i soldi per il bando periferie (13,5 milioni di euro) arriveranno e per cosa saranno utilizzati.

Il nuovo sindaco e la sua squadra dovranno cominciare a sgrossare i faldoni del bando periferia, pieni di tutto e del contrario di tutto, e focalizzare gli obiettivi veramente raggiungibili. L’idea originale era quella di riqualificare l’ex ospedale trasformandolo in palazzina per uffici comunali, sede di servizi, sede della polizia locale. E poi la sistemazione di strade e marciapiedi della Commenda. Poi una serie di blocchi e freni hanno messo in stand by il progetto. Qualche settimana fa il commissario prefettizio Nicola Izzo ha dato il via libera alla convenzione Comune-Stato per il recupero dell’ex ospedale. Un passaggio necessario per permettere all’organo preposto alla valutazione dei progetti del bando periferie a Roma, di valutare la richiesta di rimodulazione.

Una richiesta che prevede la sistemazione di un quadrante di strade della Commenda Ovest, e il recupero dell’ex ospedale Maddalena (ma tranne l’ultimo piano). La nuova convenzione, a differenza di quella originaria, prevede che il finanziamento venga erogato (una volta approvato il progetto), ad avanzamento lavori. Non più prima di cominciare l’opera come era nei piani originari. Dovrà essere il Comune, quindi, a pagare i primi lavori e i primi cantieri, per poi farsi rimborsare dal governo. Un cambio di verso non indifferente considerate le casse non floridissime del Comune, e i diversi impegni alle quali sono sottoposte (caso Baldetti su tutti).

Ora la palla è quindi passata a Roma, dove il progetto dovrà essere valutato. L’importo del progetto è di circa 13 milioni e mezzo di euro, dei quali due serviranno per l’acquisto dell’immobile di proprietà privata.

Il costo dell’operazione - il pacchetto finanziario preparato dal commissario con la cassa depositi e prestiti - comporterebbe per il Comune una perdita complessiva (in interessi) di circa 200mila euro a fronte, chiaramente, della perdita dell’intero finanziamento. Sarà la prossima amministrazione, comunque, che si troverà sul tavolo il pacchetto pronto e completo, a decidere se procedere o meno (sempre se verrà approvato il progetto che ancora attende una valutazione).

Un dossier corposo e con molte implicazioni, compreso una dose di linfa all’edilizia.

In campagna elettorale i due candidati sindaco, Edoardo Gaffeo e Monica Gambardella non hanno taciuto l’importanza di mettere mano al bando periferie, anche se con declinazioni diverse. Gambardella, candidata del centrodestra, ad esempio ha fatto riferimento ad possibile polo sportivo per grandi manifestazioni; Gaffeo, invece ha sottolineato la necessità di analizzare nel dettaglio la cosa, mettendo anche fra le possibilità quella di utilizzare gli spazi in ottica nuovo tribunale.

C’è poi il collegato tema del parco Maddalena, potenziale polmone verde della città, ma da anni spaccato in due da una rete da cantiere, utilizzato per meno di metà, con gran parte di quella che potrebbe essere un’area di svago, giochi e relax lasciata in totale abbandono. Riconsegnare questo polmone verde ai rodigini sarebbe già di per sè un ottimo risultato.

Di carne al fuoco, quindi, ce n’è davvero tanta. E sarà il nuovo sindaco a doverla cuocere al punto giusto, con l’unico traguardo del bene della città.

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