VOCE
ORRORE IN CASA
05.06.2019 - 18:58
Finisce arrestato e in carcere il nonno. Dovrà scontare cinque anni per la condanna definitiva
La Cassazione ha dichiarato inammissibile anche l’ultimo ricorso presentato dalla difesa. Questo significa che la condanna è divenuta definitiva ed è il momento di scontarla, non trattandosi di una pena alla quale possa essere applicato il beneficio della condizionale.
Si parla, insomma, di una condanna a 5 anni e 4 mesi, pronunciata a febbraio dalla Corte d’Appello di Venezia, che in parte riformava, alla luce dell’intervenuta prescrizione di alcuni capi d’imputazione, quella di primo grado, di Rovigo, che parlava addirittura di una condanna a otto anni di reclusione.
Sulla base di questa pena, divenuta definitiva, un uomo sui 60 anni, residente in Bassopolesine, è stato arrestato e portato in carcere a Verona.
Avrebbe abusato, anni fa, il nipotino di appena due anni, con tanta violenza da provocargli lesioni. Da qui la pesante condanna. I fatti contestati risalgono al 2010. Originariamente, era stata indagata, con l’uomo, anche la figlia, ossia la madre della vittima. La sua posizione, però, si è chiusa senza nessuna conseguenza a suo carico. Nel corso della complessa vicenda processuale, l’imputato è stato difeso dall’avvocato Gianpietro Berti di Rovigo, mentre il padre, al quale è stato affidato il bimbo, si è costituito parte civile nel procedimento, assistito dall’avvocato Anna Osti di Rovigo.
Non è l’unico filone processuale aperto sulla vicenda.
Il nonno, infatti, ha ricevuto una seconda condanna, questa volta per stalking, ossia atti persecutori. Non si sarebbe cioè rassegnato al fatto che il bimbo sarebbe stato affidato al padre, dopo la separazione dalla moglie, e avrebbe continuato a porre in essere una serie di condotte moleste e persecutorie. Per questi episodi era arrivata una condanna superiore all'anno. Pure appellata.
Nella mattinata di lunedì 1° aprile, poi, è andata a sentenza una nuova vicenda processuale, simile alla precedente, con condanna a 1 anno e 4 mesi.
Esiste, poi, un ulteriore filone processuale, che nel giugno del 2017 ha visto il padre del bimbo e lo zio paterno, ossia il fratello del padre, incassare una condanna nell'ordine dell'anno, per una presunta spedizione punitiva che avrebbero posto in essere ai danni del nonno.
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