VOCE
ECONOMIA
17.06.2019 - 19:37
“La Zes è la questione della vita”. Una frase chiara e che sottolinea la determinazione con cui Confindustria chiede l’istituzione della Zona economica speciale per il Polesine e per Marghera. La Zes è stata una degli argomenti centrali della relazione di Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia Rovigo che ieri ha celebrato la sua assemblea (seguita anche a Rovigo in videoconferenza).
Dal Parco Vega di Marghera Marinese ha tenuto la sua relazione, poi approvata all’unanimità, scandendo che è la nostra occasione della vita. E se entro la fine dell’anno non sarà stata istituzionalizzata, salvo proroghe per ora impossibili da prevedere, non si potrà fare più niente. La Zes è l’occasione che i territori della provincia di Rovigo e di Marghera hanno per essere più competitivi e rilanciarsi dal punto di vista industriale e occupazionale”.
Marinese non ha quasi citato il no all’istituzione del ministro grillino Barbara Lezzi, il governo l’aveva già criticato ampiamente nei passaggi precedenti, dando l’impressione di guardare avanti. Al piano omogeneo per il Centro Nord chiesto proprio dal ministro per il sud e che ora devono mettere a punto Confindustria nazionale e il Mise. E proprio a Confindustria e Mise si è rivolto con impeto: “Se entro luglio questo progetto non sarà fatto andrò di persona a Roma a montare pezzo per pezzo l’ufficio, se la pianificazione non sarà definita sarò io ad andare nell’ufficio di Confindustria a smontare la scrivania”. Una metafora per fotografare la determinazione del territorio per la Zes. “I sindaci del territorio, i sindaci polesani - ha detto - hanno ben compreso la portata di questa occasione, ed è per questo che da subito sono al nostro fianco in questa partita. Confindustria Venezia Rovigo ha fatto il progetto, abbiamo impostato questa linea di politica industriale, abbiamo individuato gli strumenti per far crescere il territorio, e non serve ribadire i 26mila posti di lavoro, i 2 miliardi di euro di investimenti, il tutto per rispettare quello che l’Europa chiede. Ora ci attendiamo che lo studio chiesto dal ministro sia impostato e pronto entro l’estate”. Anche perché altrimenti l’istituzione della Zes nella legge di bilancio diventerebbe quasi impossibile. La partita è contro il tempo, oltre che contro l’attuale ritrosia del Movimento 5Stelle.
Marinese si è anche soffermato sulla situazione del Polesine: “I numeri dicono che in provincia di Rovigo c’è il calo demografico, che ci sono situazioni di crisi aziendali, poche possibilità di occupazione, una vulnerabilità che i sindaci ben conoscono, e per questo sono determinati nel chiedere al governo l’istituzione della Zes. Non possiamo rimanere inerti. Qua non si tratta di uno scontro fra nord e sud, ma di unire i territori, e noi siamo anche pronti a mettere il nostro piano industriale a disposizione di altre aree, occorre cambiare mentalità e ragionare con senso di rappresentanza”.
Nella sua relazione Marinese non ha risparmiato critiche al governo, sottolineando che “si tratta di un governo unico, che opera e agisce da corpo unico. Quindi se qualcuno ha lamentele, queste vanno rivolte sia ai 5 Stelle che alla Lega. La nostra situazione politica è surreale, le critiche al governo sono sempre più numerose, eppure le due forze alleate alle ultime elezioni hanno preso oltre il 50%. Allora c’è qualcosa che non va. Ma agli imprenditori insoddisfatti di questo governo, e in Veneto sono tanti, io propongo un minuto di silenzio, da programmare per i prossimi giorni, per far sentire il nostro malcontento fino a Roma”. E poi critiche a chi ha definito Marghera “il sito industriale più inquinato del mondo. E dove sono finiti i fondi che erano stati messi a disposizione? E allora i ministri vengano a sbloccare la situazione di Marghera, vengano a sbloccare il problema grandi navi. Perché il problema del porto di Marghera è fondamentale, senza porto in 8 anni sparirebbe il 50% delle aziende in Veneto, prima la logistica e poi tutto il resto”.
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