VOCE
IL CASO
18.06.2019 - 20:36
L’avvocato di parte civile chiede integrazione del capo d’imputazione: “Botta anche alla figlia”
Undici anni di convivenza, due figli, poi all’interno di una coppia di Rovigo crolla tutto: lui, carabiniere, perde il lavoro per una pesante accusa nei suoi confronti, lei viene costretta a lasciare la casa perché le chiudono le utenze. Da qui comincia il calvario per un minorenne di 13 anni, ne aveva 9 al momento dei fatti, che nei giorni di visita al padre, almeno secondo le contestazioni, viene maltrattato dal papà. E per la sorellina di sei anni al momento dei fatti.
Le accuse hanno portato, ieri, il gip Pietro Mondaini a rinviare a giudizio l’ex militare di 49 anni, ma nel quadro accusatorio, che al momento prevede botte, per futili motivi, bastonate e violenze verbali, oltre a lesioni alla cornea, si inserisce un fatto inquietante, per il quale l’avvocato Maria Grazia Panin, che si è costituita parte civile per la madre, che esercita la responsabilità genitoriale ha chiesto un’integrazione del capo di imputazione.
Infatti durante un incidente probatorio, nel febbraio scorso, ma anche durante un interrogatorio in forma protetta, nel 2018, il ragazzino avrebbe raccontato che mentre era a casa del papà e rincorreva il cagnolino, avrebbe notato sotto il letto una bambola inchiodata e una stella fatta con le ciocche di capelli della sorella.
Un rito vudù a tutti gli effetti, da quello che secondo la parte civile si tratta e che aggrava il quadro delle accuse nei confronti dell’uomo.
L’avvocato Panin, alla luce delle audizioni del minore, che è stato giudicato attendibile dall’esperta presente ai colloqui, ha chiesto un’integrazione del capo d’imputazione, chiedendo di inserire come persona offesa anche la figlia che aveva sei anni al momento in cui si sono verificati i fatti.
In un altro episodio, in sala giochi a Rovigo, avrebbe dato una sberla al figlio facendolo cadere. Con un bastone, in un altro caso, avrebbe colpito anche la bambina. Dimenticando, tra l’altro, di andarla a prendere a scuola per ben quattro volte quando era affidata a lui.
L’avvocato Panin, infatti, chiede anche di applicare una misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese, oltre che un divieto di comunicare con le vittime.
L’uomo è difeso dall’avvocato Riccardo Giandiletti del foro di Rovigo. Si difende dalle accuse, incolpando l’ex convivente di aver fatto in modo da provocare nei figli la sindrome da alienazione parentale, tipica nei minorenni che diventano oggetto di dispute dopo la separazione.
Il servizio completo sulla Voce di Rovigo di oggi, 19 giugno
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