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Badia Polesine

Il volto di Teobaldo sarà svelato

L’Università di Padova condurrà le prime indagini utili alla ricostruzione facciale. I ricercatori cercheranno il batterio della lebbra. Si dice che il santo morì di questa malattia.

Il volto di Teobaldo sarà svelato

Anche San Teobaldo avrà presto un volto. Come annunciato poche settimane fa, l’urna che contiene i resti scheletrici del Santo nella chiesa di San Giovanni Battista è stata riaperta mercoledì 26 per permettere a un gruppo di studiosi dell’Università di Padova di condurre le prime indagini utili alla ricostruzione facciale.

Dopo Sant’Antonio e San Valentino, il patrono di Badia sarebbe il terzo a veder ricostruito il proprio volto.

“Le cronache non menzionano mai la sepoltura e quindi le ossa non dovrebbero essere andate incontro ai processi degenerativi che avvengono naturalmente durante la deposizione a terra - sottolinea Alberto Zanatta del team composto da Nicola Carrara, Cinzia Scaggion, Monica Panetto, Gilberto Artioli dell’Università di Padova e Luca Bezzi di Arc-team - Ci attendiamo ossa in ottimo stato di conservazione e ben leggibili”.

“E’ proprio questo elemento - aggiunge Nicola Carrara, coordinatore del gruppo - a permetterci di essere ottimisti anche sulla qualità del dna che andremo a estrarre: ci aiuterà a inquadrare l’area di provenienza del Santo e a verificare la presenza o assenza genetica del Mycobacterium leprae, agente della lebbra. Le cronache riportano infatti che San Teobaldo morì nel 1066 a causa di questa malattia: se così fosse, avremo un dato scientifico che ne mostrerebbe la presenza in Europa almeno 100-150 anni prima della grande epidemia del XII-XIV secolo”.

Durante le indagini, gli studiosi hanno condotto uno studio antropologico dei resti per la determinazione del sesso, dell’età di morte e di eventuali anomalie e patologie e hanno effettuato un rilievo 3D delle reliquie tramite tecniche di “Structure from motion” e “Multiple-View Stereovision”. Ora le ricerche continueranno all’Università di Padova: è previsto lo studio del dna per definire il tipo etnico e la presenza di eventuali agenti patogeni, la ricostruzione facciale forense con tecniche digitali e la preparazione di un video 3D del viso ricostruito. Lo studio è stato fortemente voluto dalla comunità ecclesiastica e locale: le indagini sono finanziate da Lions Club Badia Adige Po, Crab, Società Operaia, Inter Club, Arma Aeronautica, Amici di San Teobaldo, Pro loco, Ctg e dalla comunità di Sossano. L’idea di ricostruire il volto di San Teobaldo sorse lo scorso anno nell’ambito delle Giornate di Studio Teobaldiane, tenutesi a Saint Thibault des Vignes, in Francia. I fedeli avranno tempo fino a questa sera alle 22 per venerare i resti del santo patrono in chiesa.

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