VOCE
La questione veneta
01.07.2019 - 19:58
Cresce la voglia di autonomia. Non soltanto nel Veneto, anche se - indubbiamente - qui la questione è molto più sentita che altrove.
Lo dimostra un sondaggio compiuto da Demos & Pi a maggio, su 1.007 persone, e pubblicato ieri da La Repubblica. Il 59% degli italiani ritiene che la concessione di una maggiore autonomia alle Regioni sia una questione importante. Un sentimento che, ovviamente, è prevalente a Nordest, dove il 65% degli intervistati ritiene importante l’autonomia, e addirittura il 27% lo ritiene uno dei due provvedimenti più importanti che possa prendere questo governo.
La percentuale si “abbassa” al 62% nel Nordovest del Paese, e nelle regioni del Centro-nord, ovvero Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria. A sorpresa, sono autonomisti anche i cittadini del Sud: il 58% ritiene l’autonomia importante. Mentre nel Lazio e in Abruzzo e Molise questa quota si riduce al 50%.
Intanto, la questione autonomia torna sul tavolo del governo, dopo l’ennesima fumata nera. Il testo, a cui lavora la ministra agli Affari regionali Erika Stefani, è attualmente sotto la lente dei tecnici del Movimento 5 Stelle, che sta facendo le pulci al provvedimento.
L’obiettivo è quello di chiudere l’accordo politico tra Lega e M5s nel corso del vertice di maggioranza che dovrebbe tenersi domani. Ma le posizioni restano lontane. Perché il M5s non rinuncia a tentare di tendere l’ennesimo trappolone al testo che avvierebbe l’iter per l’autonomia veneta. La strategia è quella di lasciare il provvedimento “aperto” ai possibili emendamenti del parlamento, che dovrebbe incassare pure il parere positivo di tutte le commissioni.
Insomma, un iter legislativo elefantiaco e denso di possibili intoppi, che rischierebbe di rimandare al mese del mai ogni reale decisione. I governatori del Nord insorgono. E la Lega, pressata da Luca Zaia, vorrebbe concedere soltanto un esame nelle commissioni bicamerali e una discussione generale sul testo in aula, senza però la possibilità di apportarvi modifiche.
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