VOCE
ECONOMIA
01.07.2019 - 22:53
Trovano posto a tempo indeterminato 4.160 persone, e 29.400 sono contratti a termine
I dati forniti da Palazzo Celio sul mercato del lavoro in Polesine fotografano una provincia che fa i salti mortali per reggere e per mantenere sano il livello di occupazione, nonostante le opportunità scarseggino e i vari settori siano in crisi.
Dal 2016 al 2018, il tasso di occupazione è in diminuzione, soprattutto quello giovanile, che nell’ultimo anno è sceso al di sotto del 30%. Nel 2018 il totale delle assuzioni è stato di 40.790 unità, di cui solo 4.160 a tempo indeterminato e 29.400 a tempo determinato (il resto sono apprendistati, contratti di somministrazione e domestico).
Tra il 2016 e il 2018 è aumentato in senso assoluto il totale delle assunzioni, soprattutto nel 2017, anno che ha visto però una notevole diminuzione del tempo indeterminato. Per contro, sono aumentati i lavori precari, soprattuto nel 2017: l’apprendistato e il tempo determinato.
Nel 2018 c’è un 22,5% in più di assunzioni a tempo indeterminato a scapito della somministrazione, consentendo comunque un aumento globale delle assunzioni del 3%.
Nell’ultimo anno sono diminuiti anche gli stage e i lavori socialmente utili e di pubblica utilità (Lsu e Lpu), mentre aumenta il lavoro parasubordinato e i lavori a chiamata.
Il dato positivo sulle assunzioni, però, è attenuato dall’aumento delle cessazioni in quasi tutte le tipologie di contratto. Nel 2018 sono cessati 6.430 contratti a tempo indeterminato e 27.380 contratti a tempo determinato, rispettivamente il 6,8% e il 9,6% in più dell’anno precedente. Il totale dei contratti di lavoro che sono cesati è di 43.950. Dunque il saldo tra le assunzioni e le cessazioni di lavoro (3.160) disegna un mercato occupazionale in forte affanno. Questo significa che i giovani cercano altrove, emigrano dal Polesine e i paesi si svuotano, invecchiando progressivamente. Nel complesso le ore della cassa integrazione guadagni sono state in forte calo tra il 2016 e il 2018, e hanno registrato una variazione negativa annuale superiore al 40% nel 2017 e di circa il 20% nel 2018. La diminuzione delle ore di tipologia ordinaria prosegue costante, mentre la straordinaria oscilla nel triennio.
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