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LA STORIA

Dalle ceneri del cinema risorge Fabio

Fabio Paparella,, 61 anni, aveva perso il lavoro con l’incendio del Cinergia. Dopo 18 mesi la chiamata del Centro per l’impiego. “Ho superato la malattia e la separazione. Ma perdere il lavoro lascia proprio senza armi”

Dalle ceneri del cinema risorge Fabio

“Ho superato la malattia e la separazione. Ma perdere il lavoro lascia proprio senza armi”

“Quando il fuoco si è preso tutto il Cinergia, quella notte dell’8 dicembre, ci siamo resi conto che non c’era più niente da fare. La speranza era che si unissero politica e privati, per trovare una soluzione e riavviare a breve l’attività, ma con il passare dei giorni ci siamo resi conto che non ci sarebbe stata alcuna soluzione”.

Dopo aver lottato per 18 mesi, provando prima a cercare di salvare il proprio posto di lavoro e dei 20 colleghi del Cinergia, poi per cercarne uno nuovo, qualsiasi, Fabio Paparella, ex tecnico operatore del multisala fin dalla sua nascita (14 anni fa), è stato assunto dall’Accademia dei Concordi.

L’ente, infatti, aveva bisogno di un custode factotum e si è affidato al Centro per l’impiego di Rovigo per il reclutamento. La scelta è ricaduta su Paparella, che era stato il portavoce dei 20 lavoratori del Cinergia, che dalla sua ha esperienza decennale e una forza incredibile, che compensa l’età. “Da questi terribili 18 mesi di dura ricerca - racconta - ho capito una cosa: ho superato una brutta malattia, facendo tutto quello che mi dicevano i medici, una separazione e altre grandi fatiche nella vita, ma rimanere senza lavoro è devastante. C’è un rimedio a tutto, ma se perdi il lavoro non hai niente contro cui combattere”.

Di punto in bianco Fabio, più vicino alla pensione che al mondo del lavoro, è rimasto a casa senza stipendio, con un sussidio di disoccupazione di 750 euro al mese, che sono diventati presto 500. “Con un mutuo da pagare e senza speranza di trovare qualche impiego sono passato dall’arrabbiatura, allo scoramento, alla depressione”.

Ma Fabio non ha mai mollato, in realtà: “Mi sono iscritto al centro per l’impiego, alle agenzie interinali, che non hanno mai considerato il mio profilo in realtà. Ultimamente pensavo che avrei aperto una partita Iva per riparare biciclette, per fare qualcosa”. Per non arrendersi.

Il servizio completo sulla Voce di Rovigo di oggi 3 luglio 

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