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Rovigo

Sexting, l'esibizionismo sui social

L'intervento della psicologa rodigina

Sexting, l'esibizionismo sui social

Foto hot nelle chat di Messenger, immagini rubate e utilizzate per nuovi profili, commenti sessisti e volgarità, attacchi gratuiti degli odiatori seriali (i famosi haters).

Facebook appare fuori controllo, anche in Polesine le segnalazioni aumentano in maniera vertiginosa.

Per cercare di analizzare questo fenomeno, abbiamo interpellato la psicologa Federica Boniolo, presidente dell’associazione #Unitiinrete, da alcuni anni impegnata nelle scuole (e non solo) per mettere in guardia sui pericoli della rete.
Sul tema Sexting, foto intime inviate in chat, sono queste le impressioni dell’esperta: “Bisogna distinguere le due cose: l’invio di foto intime di fiducia da parte di una persona a un’altra che conosce, dall’invio di foto random casualmente (proprie immagini personali) a persone sconosciute.

Boniolo si addentra nel tema: “Al giorno d’oggi, aumenta l’esibizionismo e il mostrarsi agli altri per ottenere qualche forma d’attenzione. La gente prova piacere a inviare foto di natura intima a persone estranee, si prova adrenalina nel fare questo, ma sono cose che vanno fuori dalla morale e dal comportamento delle persone. Le foto ‘hot’ vengono spedite per cercare di instaurare qualche forma di rapporto. Nel caso dell’invio da parte dell’uomo, l’uomo cerca di manifestare la propria superiorità utilizzando l’ambito della sessualità”.

E’ un disturbo patologico, quindi, che può rientrare nella parafilia, che in ambito psichiatrico, psicologico e sessuologico, indica pulsioni erotiche connotate da fantasie o impulsi ricorrenti.

Non sono solamente gli uomini a spingersi oltre, anzi. La psicologa polesana rivela: “Il Sexting è molto attuato dalle donne, ci sono percentuali più elevate. Queste immagini vengono spedite all’interno di una forma moderna di corteggiamento che avviene tramite le tecnologie, spesso in totale fiducia, per valutare se c’è un’attrazione reciproca”.

Un altro episodio che sta dilagando, anche il Polesine, è quello legato alle immagini rubate da hacker, per creare profili fake.

Diverse ragazze hanno scoperto l’esistenza di nuovi profili, gestiti da oscuri personaggi.

E’ il caso dell’assessore di Porto Viro Valeria Mantovan, “trasformata” in un’attrice.

Su questo, interviene sempre la dottoressa Federica Boniolo: “Il furto di identità non è un fenomeno nuovo, ma con l’avvento e soprattutto con la vasta diffusione dei social network ha visto una notevole espansione ed un evolversi delle modalità. L’aumento di questi fenomeni riporta obbligatoriamente l’attenzione al bisogno di educare all’uso consapevole e sicuro della rete chiunque, non solo i ragazzini, perché i pericoli che vi si celano interessano potenzialmente chiunque”.

L’esperta aggiunge: “I motivi per cui un’identità viene rubata sono diversi; esiste il furto di identità inteso come appropriazione di dati personali (nome, cognome, foto) con lo scopo di fingersi in tutto e per tutto quella persona, e il furto di identità che consiste nel rubare foto ad una persona, utilizzandole come se fossero le proprie. Nel primo caso vi è dietro l’intenzione di arrecare un danno, mentre dietro al secondo caso potrebbe esserci o ‘semplicemente’ il tentativo di mostrarsi in rete meglio di ciò che si è realmente, utilizzando foto di persone ritenute belle e piacenti, oppure il bisogno di costruire nuovi profili per compiere delle truffe. E’ il caso delle truffe romantiche di cui tanto si sta parlando”.

Attenzione alle insidie che può nascondere Facebook: “Truffe per estorcere denaro, ai danni soprattutto di donne, magari sole e non più giovanissime, che vengono contattate sui social da finti profili di uomini le cui foto sono prese dal web - spiega Federica Boniolo - ma più che ad un’analisi sulle motivazioni che stanno dietro tali fenomeni, a mio avviso è necessario cercare di prevenirli, diffondendo capillarmente le iniziative di informazione e sensibilizzazione, mirate a far conoscere a chiunque le dinamiche della rete e i pericoli. La cosiddetta ‘educazione digitale” è qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno”.

Sulla "Voce" di venerdì 5 luglio l'articolo completo.

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