Cerca

Rovigo

Da liceo blasonato a piccionaia

L'ex liceo Celio in un anno è diventato un "appartamento per piccioni". L’agente immobiliare: “La sera fa paura”. Il barista: “Resisto per orgoglio”.  

Una passeggiata attorno all’ex liceo Celio dà la misura del desolante abbandono in cui versa da qualche anno a questa parte tutta via Badaloni e i suoi dintorni. Gli ultimi diplomati nella sede storica del liceo risalgono al 2018. Era il 1879 quando il Comune decise di trasferire gli alunni del blasonato liceo nella sede dei Manfredini-Miari. Sede che venne ristrutturata nel dopoguerra e poi ospitò il mosaico di Virgilio Milani sulla facciata.

Anche quel mosaico oramai cade a pezzi. E l’impalcatura che trattiene la facciata del palazzo è una piccionaia. I risultati li subiscono i residenti della zona e chi si azzarda a fermarsi sotto il palazzo per più di qualche minuto.

“I negozi qui intorno chiudono - commenta desolata Egle Quaglio, titolare di Capello e Dintorni - Dobbiamo sempre segnalare la manutenzione e di venire a pulire la strada, perché la galleria qui di fronte è diventata un appartamento dei piccioni. Non riesco a parlare con una cliente che te la fanno sulla testa. Si fa fatica anche se so che aprirà un ristorante giapponese al posto dell’Hospital e intorno aprirà anche un negozio di consulenza infortunistica”.

Attorno al negozio di Egle solo agenzie immobiliari. Come quella di Monica Scaglianti. “La gestione di questa struttura è vergognosa, crea degrado, sporco e bisogna anche vedere se oramai queste impalcature sono sicure. E’ brutto da vedere, i marciapiedi sono dissestati e gli abitanti della zona mi riferiscono che la sera si è creato un brutto passaggio”.

Resiste, ma più per orgoglio che per reale convenienza, Antonio Fraccon, che dagli anni Cinquanta gestisce il bar Favorita.

“Qui piano piano ho visto morire la via - racconta - Cinquanta anni fa c’era l’ospedale, era pieno di negozi, c’era la scuola. Poi mano a mano è scomparsa la caserma dei pompieri, la questura, il liceo. Venivano le persone che andavano a fare il permesso di soggiorno, i bidelli in pausa caffé venivano qui. E’ stata una morte progressiva di via Badaloni, che si è spenta con i negozi e i bar che hanno cessato l’attività. Io resisto per orgoglio e perché la mia compagna è più giovane di me. Voglio resistere per lei qualche anno ancora. Siamo vittime di decisioni infauste”.

L’ex liceo Celio è incastrato in un sistema di strutture che in pochissimi anni sono state abbandonate. La via Donatoni, che incrocia via Badaloni, una volta sede della questura, è piena di erbacce alte e altro vuoto urbano. Di fronte l’ex caserma dei pompieri. Un intero quartiere lasciato all’abbandono.

A pagarne le conseguenze sono i gestori delle attività, ma anche i residenti, che quella galleria la frequentano sempre più malvolentieri. Lungo la passeggiata, gradevole e anche riparata in inverno, hanno chiuso un negozio di scarpe, il bar Decanter e ora anche la piccola libreria indipendente, “La Magnolia” che era stata un motivo di speranza per tutta la via.

Il sindaco Gaffeo ha fatto della rigenerazione urbana un cavallo di battaglia, e ha promesso: “Una soluzione per ciascuno dei tanti vuoti di cui è costellata la città: ex questura, ex caserma dei vigili del fuoco, ex caserma Silvestri, ex liceo classico Celio, tutti snodi fondamentali di un disegno complessivo per ricucire il tessuto cittadino”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400