Abbiamo strade da anteguerra

Si fa presto a parlare di sicurezza stradale. A spendere risorse ed energie per educare - giustamente - le nuove generazioni ad essere utenti della strada consapevoli. E fa bene Luca Zaia a rilanciare - lo ha fatto l’altro giorno, dopo il tragico incidente di Jesolo costato la vita a quattro giovani - “campagna shock” per l’educazione.

Ma se poi quando ti metti al volante, lo fai su strade che sembrano ferme all’anteguerra... Il problema della sicurezza passa anche dalla manutenzione degli asfalti, e dall’adeguamento delle infrastrutture.

Già: le infrastrutture. In Polesine quelle che fino a pochi anni fa sembravano opere strategiche, necessarie allo sviluppo del territorio, sono completamente scomparse dai radar. Con il nuovo governo gialloverde, semplicemente, non se ne è più parlato. Nogara-mare e Nuova Romea restano parole vuote. Il raddoppio della A13, con la realizzazione della terza corsia, è previsto da Bologna a Padova con una sola eccezione: quei trenta chilometri tra Adige e Po, dove la terza corsia, semplicemente, non si farà.

E poi c’è il completamento della A31 da Piovene Rocchette a Trento, senza cui l’autostrada che nasce a Badia resta una specie di incompiuta; per non parlare della bretella Transpolesana-Eridania, tanto utile all’Alto Polesine.

E poi ci sono i punti neri della nostra viabilità, come quelli alle porte di Rovigo: l’incrocio Sr88-Villanova del Ghebbo a ovest e quello Sr433-Buso-Sarzano a est sono da tempo teatro di incidenti, spesso anche tragici, eppure le rotatorie, da sempre richieste, sono di là da venire.

Il servizio completo sulla Voce in edicola mercoledì 17 luglio.