VOCE
Iniziativa editoriale
16.07.2019 - 21:22
Un giallo ambientato in Polesine, un romanzo intrigante ed avvincente che mescola atmosfere noir, tinte pulp e la suspense di una vicenda fra omicidi e rimandi storici. La leggenda di re Adriano uscirà sabato prossimo nelle edicole in abbinamento facoltativo con La Voce di Rovigo al costo di 7,80 euro oltre il prezzo del quotidiano. Un romanzo ambientato in Polesine, scritto a quattro mani dalla polesana Jole Giacomini e dalla mantovana Cristina Bombarda. Un libro che la Voce, insieme ai nostri partner di Editoriale Programma, ha deciso di pubblicare per accompagnare i lettori in questa estate.
Una delle due autrici e Jole Giacomini, 58enne polesana di Adria.
Jole, come descriverebbe “La Leggenda di re Adriano in poche righe?”
“Un romanzo ambientato in un Polesine insolito, chiuso in una morsa di gelo, dove presente e passato si mescolano in un crescendo di verità distorte”.
L’opera è un romanzo giallo ambientato in Polesine, come è nata l’idea di questo libro?
“L’idea è nata parecchi anni fa, parlando con un amico di famiglia la discussione finì sulla leggenda di re Adriano e sulle origini di Adria. Pensai che attorno a quella leggenda si sarebbe potuto creare un racconto, magari ambientandolo ai giorni nostri”.
Le ambientazioni della storia in alcuni punti evocano scenari noir e pulp, come vi siete fatte suggestionare dal territorio polesano, dai suoi colori e dalle sue caratteristiche, dalle golene del Po e dalle sue nebbie?
“Volevamo creare un’ambientazione insolita per il Polesine, poche volte lo si tratteggia avvolto nel gelo e imbiancato di neve, volevamo dare questa ambientazione anche per risaltare i toni noir. E poi il nostro Polesine è bello in qualsiasi stagione, ricco di colori e sempre affascinante. Ma l’obiettivo era anche quello di raccontare Adria fra storia e leggenda”.
Un giallo con diversi omicidi, suspense con toni noir che si mescolano alla storia.
“Abbiamo cercato e trovato lo spunto giusto per legare storia e leggenda. La scelta di più delitti è anche scaturita dalla necessità di far vedere come, nel corso dei decenni e dopo l’alluvione del ‘51, la popolazione del Polesine e di Adria sia emigrata. Gli omicidi collegati fra loro ci ha dato modo di allargare l’orizzonte dal Polesine al resto d’Italia per poi farvi ritorno. Le atmosfere cupe, l’ambientazione invernale era funzionale a tutto questo”.
Il romanzo è scritto a quattro mani con Cristina Bombarda, come avete impostato il lavoro?
“Io e Cristina siamo amiche da sempre e condividiamo la passione per la lettura e la scrittura. Il romanzo è frutto di un confronto continuo, ci siamo divise la parte di ricerca storica, mentre per la stesura del testo e della trama abbiamo sempre lavorato all’unisono, discutendo via mail o di persona e poi scrivendo e riscrivendo, ma sempre in piena condivisione”.
I personaggi del libro sono ispirati da conoscenze dirette o totalmente frutto di fantasie?
“Sono tutti personaggi di fantasia. E’ stato bello immaginare e creare tipi umani e caratteri, stendere descrizioni fisiche e far vivere i personaggi di vita propria”.
Il finale della storia, ovviamente non lo sveliamo, è ricco di colpi di scena, come in ogni giallo che si rispetti, per l’intreccio della trama avete seguito uno schema classico o vi siete fatte trasportare dalle emozioni?
“Entrambe le cose, anche perché con il progredire della storia il personaggio ti prende in toto e il suo sviluppo necessita di riflessioni ma anche di intuizioni e ispirazioni”.
La leggenda di re Adriano è il suo primo libro?
“E’ il primo romanzo, in passato con Cristina abbiamo scritto dei racconti, ma questa è la prima storia veramente articolata”.
E per il futuro Jole Giacomini ha altri progetti letterari in cantiere?
“Io e Cristina abbiamo già un’altra storia in cantiere, un altro giallo dove i personaggi principali sono già tratteggiati. Ma ne riparleremo più avanti. Adesso è il momento della Leggenda di re Adriano”.
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