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TRIBUNALE

Venetisti, al processo rifiuta di deporre in italiano

"Sono veneto parlo solo veneto", e il teste depone in dialetto

Venetisti, al processo rifiuta di deporre in italiano

Non ha voluto deporre in italiano. “Io sono veneto, parlo solo in veneto”. E da qui non è stato possibile smuovere il teste, chiamato a deporre nell’ambito del processo per il cosiddetto “tanko”, ossia la ruspa modificata in blindato dai cosiddetti “venetisti”. Vale a dire il gruppo di “patrioti” veneti che avrebbe perseguito l’autonomia del veneto, disposta anche ad utilizzare metodi violenti, perlomeno secondo la ricostruzione accusatoria. Per la difesa, il “tanko” non sarebbe stato certo un’arma, quanto piuttosto una specie di “carro allegorico”, che avrebbe dovuto essere utilizzato, qualora non fosse intervenuto il sequestro a opera dei carabinieri del Ros, per manifestazioni sostanzialmente folkloristiche. Questo il quadro nell’ambito del quale, nella mattinata di ieri, era prevista la deposizione di un testimone.

Quest’ultimo, nonostante tutta la gentilezza del presidente del Tribunale Angelo Risi e i ripetuti inviti, ha detto varie volte di essere veneto e di sapere parlare solo veneto. E così ha fatto. Ma a questo punto è sorto un problema: persino il pubblico ministero Sabrina Duò, veneta di nascita e di residenza, ha dovuto confessare di non comprendere appieno il veneto parlato dal teste, proveniente dal Veronese. Una udienza, insomma, per nulla facile, quella di ieri mattina. Alla fine, comunque, anche questo scoglio è stato superato.

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