VOCE
La polemica
29.07.2019 - 18:47
Se qualcuno non l’avesse ancora capito, l’autonomia per il Veneto (oltre che per la Lombardia e l’Emilia Romagna) è finita su un binario morto, utilizzata dai 5 Stelle come scusa per nascondere la clamorosa debacle sulla Tav.
E se sull’alta velocità c’è poco da dire (e si farà), ecco che il terreno di scontro fra Lega e 5 Stelle (che una persona normale capisce sempre meno cosa ci stiano a fare assieme), si è spostato definitivamente sull’Autonomia differenziata. Ovvero su di un provvedimento che per i “grillini” è diventato come l’ultima trincea.
Il vicepremier Luigi Di Maio l’ha detto chiaro e tondo presentando un nuovo Osservatorio per l’autonomia dell’università Federico II di Napoli: “Stiamo scrivendo una nuova autonomia, un’autonomia migliore”.
E ancora.
“L’autonomia va fatta, ma non deve in alcun danneggiare altre regioni (ovvero quelle che non hanno presentato la richiesta). Per come era stata progettata (dal ministro leghista Erika Stefani, in accordo con i governatori delle tre regioni), questa autonomia andava a discapito non solo delle regioni del sud, ma anche del centro...”.
“Le risorse devono essere ripartite equamente in tutta Italia. Le università del Sud avranno un ruolo cruciale nel seguire tutto il percorso. E questo è fondamentale. Anche le altre regioni devono essere messe nella condizione di cogliere un’occasione storica: quella di un’autonomia che ci permetta di garantire, insieme, i livelli essenziali di prestazione, il fondo di perequazione e un investimento straordinario sul Sud”.
Poi la conclusione, secca e che - almeno all’apparenza - lascia spazio a ben poche possibilità di riannodare il dialogo. “Nessuno può permettersi di indebolire l’Italia: e indebolire il centro-sud significherebbe fare un danno a tutta l’Italia”. Una dichiarazione che ha ottenuto l’effetto di alzare ancora di più un clima già teso, in cui è oramai evidente che anche i vertici della Lega iniziano a fare fatica a fermare la rabbia della propria base, in particolare al Nord, in veneto e in Lombardia.
La replica di Luca Zaia, questa volta, è stata secca e lapidaria. Quasi a dire che ripetere sempre le stesse cosa rischia di diventare un esercizio sterile e stancante.“A Di Maio rispondo solo così: sono i suoi no che danneggiano il Sud”, ha dettato ad affaritaliani.it.
Sulla "Voce" di martedì 30 luglio l'articolo completo.
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