VOCE
Adria
01.08.2019 - 20:02
A un anno dalla cacciata da Palazzo Tassoni, il centrodestra continua a sbranarsi. Le ferite non sanate continuano a sanguinare, mentre l’ex coalizione di Bobo sta perdendo l’ultima roccaforte: ovvero la gestione della Casa di riposo.
“Vertice di un’azienda ormai agonizzante” l’ha definita Forza Italia nei giorni scorsi, aggiungendo che si tratta di “avventurosa e problematica gestione” da parte di quel cda nominato per due volte con il via libera della stessa Forza Italia e che per la prima volta nella sua storia non aveva un rappresentante della minoranza.
Ad esclusione, ovviamente, Sabrina Visentini e Simone Mori nominati da Barbierato a dicembre a seguito delle dimissioni di Anna Paola Lisi ed Emanuela Beltrame.
Ma il “fuoco amico” arrivato dagli azzurri non poteva passare inosservato alla presidente Sandra Passadore che stronca il comunicato come “un’accozzaglia di informazioni dove sono stati affastellati vari argomenti, tagliati grossolanamente, gettati nel frullatore della demagogia”.
Quindi entra nel dettaglio di diverse tematiche.
“Il Csa non è un ente agonizzante - afferma sicura - considerato che ha chiuso gli ultimi due bilanci di esercizio con un modestissimo utile, evidenza certificata che lo pone tra le poche Ipab della provincia di Rovigo e venete in attivo; consiglio al riguardo al porta voce adriese di coordinarsi con i pari grado dell’Altopolesine e scoprirà che esistono situazioni ben più gravi”.
E ancora: “Il servizio offerto dal Csa è apprezzato da quanti vengono accolti nella struttura, considerato che la struttura è satura e la lista di attesa anche a mercato libero è consistente. Il Csa opera regolarmente verifiche e bonifiche dei propri impianti per controllare ed eliminare eventuali agenti dannosi per le persone”.
Inoltre la presidente fa sapere che “il Csa non ha alcun obbligo di avere una ‘camera mortuaria’, così pure dovrebbe approfondire la lettura del decreto ministeriale 9 aprile 1994, circa gli ‘spazi calmi’. Insomma – ribatte Passadore - conoscenze sommarie, argomentazioni pretestuose, denigratorie di quanti operano quotidianamente per far funzionare al meglio la struttura, tra mille difficoltà, finalizzate esclusivamente ad accusare il sindaco di volontà spartitorie”.
Sulla "Voce" di venerdì 2 agosto l'articolo completo.
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