VOCE
L’inchiesta
04.08.2019 - 19:24
Gli “artefici della paura fra i giovani”. Così Enzo Ferrari, titolare dello Studio 16, definisce i ragazzi che creano panico fra i giovani mettendone a rischio la vita. Quello che faceva la banda dello spray urticante, finita in carcere per l’omicidio di sei persone a Corinaldo. “Purtroppo - continua - a volte ci sono dei cretini che per sentirsi forti e belli non esitano a mettere a rischio la vita delle persone. la sicurezza nei locali noi l’assicuriamo con nostre risorse, ma a volte la stupidità è difficile da arginare”. Tristezza e amarezza nelle parole di Enzo Ferrari, il titolare della discoteca Studio 16, uno dei locali dove la banda dello spray urticante ha colpito dopo la strage di Corinaldo.
Le indagini della procura di Ancona, che ha portato all’arresto di sette persone per la tragedia di Corinaldo, dove l’8 dicembre scorso nella discoteca Lanterna azzurra morirono sei (5 giovani) persone a causa della calda provocata dal panico per lo spray spruzzato, ha portato alla luce un sistema assurdo e criminale. La gang pianificava i colpi studiando i locali e le feste dove colpire, spruzzando spray urticante per sminare panico e commettere furti. Fra questi locali anche lo Studio 16 di Arquà Polesine, alle porte di Rovigo. Il 2 marzo scorso la banda aveva messo nel mirino il locale, assieme allo Stargate di Castagnaro.
“Quel giorno - spiega Ferrari - all’evento col rapper Mambolosco ci fu un furto. Ad un ragazzo rubarono l’orologio. Ma non ricordo altri eventi particolari. Purtroppo non è raro che dove ci sono assembramenti di persone si aggirino anche ladri. Ora sappiamo che quella sera ad Arquà c’erano anche i componenti della banda arrestati. Ricordo che per un periodo, mesi fa, si era diffusa l’assurda moda, fra alcuni giovani, di spruzzare spray urticante in discoteca per vedere l’effetto che faceva sui giovani. C’erano stati episodi anche a Ferrara e in altre città, e l’emulazione aveva creato un moltiplicarsi di episodi. In questo caso però si parla di spray che veniva diffuso non solo per creare il panico, ma come pretesto per poi derubare e depredare, incuranti del pericolo di cerare panico e calca, e causare morti. Ci sono davvero troppe persone che per farsi belle magari sui social e sperare di diventare personaggi commettono assurdità e reati. Chi si macchia di queste cose deve essere punito nella maniera giusta, secondo la legge e con severità. Perché oltre ad offendere la vita umana diffondono paura fra i giovani, mettono in difficoltà il sistema dei locali e delle discoteche, luoghi da sempre frequentati dai ragazzi”.
Il discorso di Ferrari poi si allarga inevitabilmente alla sicurezza: “I locali del divertimento non possono sottrarsi al rispetto di regole e metodologie. Ma tutto non si può controllare, come fai a impedire a qualcuno di bere troppo? Noi abbiamo personale di sicurezza, specializzato e formato e che sa tenere sempre alta l’attenzione, e se serve intervenire per prevenire. Ma non è facile. I controlli noi li facciamo all’interno de locali, e nelle immediate vicinanze, ma chi può impedire a un imbecille di entrare?”
Ferrari, che in questi giorni è all’Isola D’Elba, dove gestisce un locale spiega che “la cultura del divertimento, del trascorrere serate in compagnia da sempre è nel mirino di cretini che se ne vogliono approfittare. ma non ci dobbiamo arrendere alla paura e tenere sempre gli occhi vigili. E quando questi stupidi vengono beccati vanno puniti, perché chi sbaglia paga. Anche se purtroppo non sempre è così”.
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