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Un bosco urbano all’ex Gabar

Il primo cittadino: “Basta costruire, in questa città manca il verde pubblico non i palazzi”

Un bosco urbano all’ex Gabar

Il primo cittadino: “Basta costruire, in questa città manca il verde pubblico non i palazzi”

“Ho un sogno: un bosco urbano all’ex Gabar”. Sono le parole del sindaco Edoardo Gaffeo che nel cassetto porta un sogno ben preciso: realizzare un bosco urbano in quell’enorme area di via Oroboni.

Lì, nel cuore di San Bortolo, doveva sorgere un complesso da 63mila metri cubi, con appartamenti per 240 persone, uffici comunali, negozi, e poi un grande parcheggi e un giardino. Invece, nell’area ex Gabar, c’è una radura, che fino a qualche anno fa si trasformava in un acquitrino.

E vicino il terribile complesso che ospita – ancora per poco, ha promesso proprio il sindaco – il comando di polizia locale.

“Basta costruire edifici – spiega il sindaco – ce ne sono già troppi da sistemare e riempire. A questa città serve un po’ di verde in più. E spero davvero di riuscire a realizzare il mio sogno e lasciare questo regalo alla città”.

Il Comune, non molto tempo fa, per quanto riguarda l’area ex Gabar, aveva deciso di andare all’incasso. Il settore lavori pubblici, alla fine di maggio, infatti, ha dato mandato all’avvocato di civico Ferruccio Lembo di inserirsi nel fallimento della società Erre Gestioni, per riscuotere il milione e 425mila euro relativi al controvalore previsto dal Piruea.

Sì perché tutta questa storia inizia nel lontanissimo 2006, il periodo d’oro dei Piruea: accordi urbanistici con cui il Comune concedeva l’ok a costruire a privati che in cambio realizzavano opere pubbliche. Non si erano fatti i conti, però, con la crisi dell’edilizia. Basta percorrere viale Oroboni per rendersene conto: tra il cimitero e il comando dei vigili urbani, quella grande area è incolta. Erre Gestioni, di Stanghella, non ha mai messo un mattone sopra l’altro. E nel frattempo ha pure dichiarato fallimento.

In base alla convenzione firmata 13 anni fa, però, il Comune vuole comunque quello che è suo. Ovvero, il controvalore delle opere pubbliche che l’azienda si era impegnata a realizzare e che chiaramente non ha fatto. Si tratta di 1,42 milioni di euro.

Il compito affidato dal Comune all’avvocato Lembo, ancora a maggior, è quello di inserirsi nella procedura di fallimento, in tribunale, per ottenere i soldi che gli spettano. O almeno, una parte di questi.

Da ottobre il Piruea in questione sarà chiuso e il Comune dovrà provare a recuperare i suoi soldi.

Ma sembra che il sindaco abbia una idea ben precisa su quell’area. Valutare la possibile acquisizione e realizzare il suo sogno: il bosco urbano.

Con bosco urbano si intende la creazione, in prossimità o all’interno della città di un parco concepito e realizzato in modo differente dagli schemi usuali. Questa tipologia di parco dovrebbe essere costituita con strutture vegetazionali il più possibile naturali: abbastanza simili ai boschi, costituite perciò con specie in maggioranza autoctone, con fini prevalentemente protettivi e di miglioramento ambientale, secondo schemi paesaggistici naturali, molto semplici, con costi di impianto bassi e, soprattutto, manutenibili con bassi costi di gestione.

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