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Crisi di governo

“Noi, pronti a protestare a Roma”

Marchesini: “Siamo stati fin troppo pazienti”

“Noi, pronti a protestare a Roma”

Per qualche comune la caduta del governo giallo-verde è stata una mazzata.

Non perché facesse particolarmente affidamento su una maggioranza che ha sempre mostrato di essere poco ben assortita, ma perché le amministrazioni hanno bisogno di stabilità. “Il mio primo pensiero appena ho saputo della crisi di governo - spiega bene la sensazione di un amministratore il sindaco di Melara Anna Marchesini - è stata proprio la Zona economica speciale. Perché è chiaro che senza un sostegno politico alla nostra azione, tutto diventa più difficile. Avevamo fatto un piccolo passo in avanti e invece il futuro ora è molto nebuloso e incerto. Noi invece avremmo bisogno di certezze”.

Aree dismesse da riqualificare, sgravi fiscali e opportunità di investimento in più. “E’ innegabile che per noi la Zona economica speciale sarebbe un’occasione fantastica, ci siamo parecchio dati da fare tra noi sindaci, per riuscire a portare avanti in comune questa battaglia - aggiunge Marchesini - Abbiamo coinvolto il presidente della Provincia, abbiamo scritto una lettera al presidente della Repubblica, abbiamo firmato documenti alla presenza del prefetto”.

Ma tra tentennamenti del ministro del Sud Barbara Lezzi e ripensamenti successivi, non si è avuta alcuna risposta concreta. Tranne la promessa (che ora naufraga?) di inserire il provvedimento nella Legge finanziaria che dovrà essere approvata a breve.

In vista di questo appuntamento, i sindaci non escludono altre azioni eclatanti. Luigi Petrella primo cittadino di Castelmassa se ne fa promotore, insieme a Marchesini: “Della strada della protesta - dichiara Petrella - si è parlato più volte tra di noi. Ma alla fine si è sempre temporeggiato. Potrebbe essere una delle azioni da fare nel prossimo futuro. Le abbiamo provate tutte, proviamo anche questa”.

Il sindaco massese non vede un futuro roseo: “Ci vedono talmente come una cosa irrilevante a livello nazionale che barattare il voto con la Zes può rivelarsi un buco nell’acqua. Riguarda il Veneto e 16 comuni, con tutti gli altri al loro fianco, ma è sempre un territorio dimenticato, per quanto il provvedimento sia importantissimo per la nostra provincia”.

La cosa che preoccupa i sindaci è il silenzio anche al Quirinale: “Abbiamo scritto a Mattarella, ma non abbiamo avuto alcuna risposta - dice Marchesini - Io sono per protestare, siamo stati fin troppo pazienti. Mai avuto una risposta finora”.

Preoccupato il sindaco di Ficarolo, Fabiano Pigaiani: “Ci siamo rapportati con tutti e questo terremoto politico temo cancellerà definitivamente questa grande opportunità per noi che ha messo insieme non solo i 16 comuni direttamente coinvolti, ma anche gli altri sindaci polesani che potrebbero avere ricadute positive grazie alla Zona economica speciale. Facciamo appello al buonsenso del governo centrale. Purtroppo il ministro del Mezzogiorno dei Cinque Stelle ci ha messo i bastoni tra le ruote. Doveva incontrarci, poi solo Confindustria, poi ha detto prima il Meridione. Per noi è venuta a mancare una grande opportunità che la stessa Europa aveva individuato per quest’area destinando finanze importanti. Sinceramente sono molto deluso e non vedo ottimismo all’orizzonte”.

Sulla "Voce" di lunedì 12 agosto l'articolo completo.

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