VOCE
Il caso
12.08.2019 - 19:48
Un imprenditore sarebbe interessato ad acquisire la struttura per rilanciarla, ma non è semplice
Il porticciolo turistico in zona Interporto è uno di quei “buchi neri” di cui, anno dopo anno, si è riempita Rovigo. Nato con velleità sportivo-turistico-ricettive (con un occhio alla cantieristica), pagato all’epoca con un bel po’ di fondi pubblici (1 milione e 700mila euro di fondi Ue, ad essere precisi) è finito con l’essere chiuso e inutilizzato. Forse anche inutilizzabile. Di certo irraggiungibile, visti i cancelli rigorosamente chiusi.
Qualche lavoro di manutenzione nel corso degli anni è stato fatto (ad esempio al tetto che rischiava di crollare), ma nulla più. Anche il gruppo dei canoisti, che lì aveva preso casa, è stato allontanato. La club house è vuota, e l’intera area non gode proprio di buona salute.
Del resto, di gestione in gestione si è arrivato ad oggi, con un affidamento (che risale al 2012) per la gestione del porticciolo e delle strutture inerenti.
Ma da allora ben poco è cambiato. Anzi, praticamente nulla, perché la struttura non è mai entrata pienamente in funzione. Spetterà al Comune verificare se le clausole della convenzione sono state rispettate. E soprattutto verificare se il concessionario paga quanto dovuto d’affitto (dopo che per i primi anni il canone era gratuito in ragione degli interventi strutturali che avrebbero dovuto essere effettuati).
Ma perché se ne parla oggi? Perché, a quanto è dato sapere, c’è un imprenditore che potrebbe essere interessato ad investire sul porticciolo. In Comune - a quanto pare - hanno anche nome e cognome, ma la situazione è tutt’altro che semplice. Il Comune è infatti a sua volta concessionario, mentre la proprietà è della regione che l’ha concesso ad Interporto. Come venirne fuori? Non semplice, anche perché qualsiasi imprenditore interessato difficilmente si potrebbe accontentare di subentrare in una concessione ma più verosimilmente chiederebbe (e questo, a quanto ci risulta ha fatto) di potere avviare un iter per eventualmente acquisire la struttura. Il comune dovrebbe dunque rientrare in possesso del bene e restituirlo ad Interporto, che a sua volta passerebbe la palla alla Regione, ovvero l’unico soggetto che - se interessato, ma di fronte ad una prospettiva positiva difficile immaginare il contrario - ha la potestà di fare una gara per mettere in vendita il bene.
E’ già, perché investire non è mai semplice...Anzi.
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