VOCE
Politica
19.08.2019 - 20:55
Luca Zaia
Se lo toccano sull’Autonomia, votata nel 2017 con un referendum da ben 2.317.923 persone (queste le schede valide), Luca Zaia non resiste e deve difenderla. Anche perché su questa si giocano molte partite sul piatto della crisi di governo a Roma, che andrà in scena domani in Parlamento con la sfiducia al premier Conte. Su questa tanti ostacoli hanno posto i grillini, che hanno tenuto sotto scacco per i leghisti, alleati di governo.
Così il governatore replica ad Adriano Giannolla, presidente dell’Associazione per lo sviluppo industriale del mezzogiorno, che al meeting di Rimini ha detto che non c’è sviluppo per il Nord senza pensare al Sud.
“E’ ora di finirla con la bufala della secessione dei ricchi e dell’Italia di serie A e serie B – è la dichiarazione di Zaia – In tutti i modelli autonomisti non esiste che si possa nemmeno immaginare che una parte dei un Paese possa andar male in un contesto nazionale. L’Autonomia è responsabilità. Semmai irresponsabile è chi non la vuole. La proposta di autonomia, partita da tre Regioni, ma estendibile a tutte le altre che volessero raccogliere la sfida della responsabilità e dell’efficienza, è la medicina per i mali del sud, non ne è la causa”.
“Così come stanno le cose – incalza il governatore – ogni anno in questo paese ci sono 30 miliardi di sprechi, (dati ufficiali) che non vanno certo a beneficio delle popolazioni del Sud, ma sempre nella direzione dei soliti noti. Tanti cittadini del Sud hanno fatto sapere in tanti modi di volere questa svolta e hanno già mangiato la foglia dei luoghi comuni come l’Italia di serie A e B, il Nord egoista nemico del Sud, lo sgretolamento dell’unità nazionale. La gente ha capito. Il popolo del Sud ha una straordinaria opportunità, quella di poter controllare i suoi amministratori”.
E poi aggiunge: “L’autonomia aiuterà prima di tutto a riallineare la qualità dei servizi, perché è scandaloso, immorale, che migliaia di meridionali debbano emigrare per curarsi. E non è vero che il Sud abbia avuto meno trasferimenti o meno opportunità. E’ vero invece che qualcuno ha gestito male le risorse, a cominciare da quelle per la sanità”.
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