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Diritti di pesca
22.08.2019 - 20:55
Venerdì 22 agosto alle 18 andrà in scena la spaccatura del consiglio provinciale a Palazzo Celio sulla questione legata ai diritti esclusivi di pesca. A meno di (altri) cambiamenti di posizione da parte dei consiglieri provinciali e del presidente Ivan Dall’Ara, il voto sul diniego alla richiesta di proroga per 15 anni della concessione dei diritti esclusivi di pesca nella Sacca di Scardovari, fatta dal Consorzio cooperative pescatori del Polesine, dividerà l’aula. Ma da quanto trapela, la maggioranza voterà contro al diniego, per salvare la possibilità di prorogare (o affidare) i diritti di pesca per tre lustri al Consorzio. E il punto successivo all’ordine del giorno, ovvero la convenzione per tutto il 2020 col Consorzio, dovrebbe quindi essere ritirato.
Ma questo non significherà, automaticamente, che verrà concessa la proroga per 15 anni come richiesto dal Consorzio nella raccomandata spedita alla provincia. Bisognerà comunque redigere una nuova convenzione che dovrà passare in consiglio provinciale. I nodi che dovrà sciogliere la futura convenzione sono relativi alla durata della stessa, per la quale si tenta di salvare la possibilità degli agognati 15 anni, e al canone di locazione, che nella convenzione saltata in maggio era di 270mila euro all’anno. Il tutto con garanzie per tutti, a partire, soprattutto, dai consiglieri che dovranno votare la futura convenzione. Una convenzione che parte già in salita, con il parere contrario della dirigente provinciale Maria Votta Gravina, che vede solo una gara come soluzione all’assegnazione dei diritti esclusivi di pesca.
Sullo sfondo la famosa pec con la quale la società Delta Po Immobiliare, seguita dall’avvocato Roberto Anselmi, diffidava la provincia nel prorogare la concessione al Consorzio. Il legale ferrarese ha già annunciato che comunque la società che assiste ricorrerà, indipendentemente dal tipo di affidamento farà la Provincia. E il Consorzio cooperative pescatori del Polesine farà lo stesso e, anzi, sta valutando anche di chiedere un eventuale risarcimento danni a Palazzo Celio. Così nel tardo pomeriggio di oggi, si consumerà l’ennesimo atto di un’opera grottesca che da troppo tempo va avanti, e che ha pure sancito un altro fatto: che la maggioranza in provincia sembra cambiata e il presidente Dall’Ara non ha più i numeri in consiglio dalla sua.
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